Passo davanti al ristorante-pizzeria “Dal Sardo” in via Gregorio VII, un piccolo rovello mi ronza nella testa. Mi fermo, saluto e stringo la mano al proprietario, signor Giovanni Figus, lo conosco da anni. Nel ristorante c’è sempre un calendario con papa Giovanni Paolo II, il suo preferito, e un altro con il pontefice in carica Francesco. Ricordo un suo racconto e domando: «È vero che veniva a cena da lei il segretario di papa Giovanni Paolo II? Viene ancora?». Mi corregge: «Veniva da noi il segretario di Benedetto XVI, papa Ratzinger. Ma non l’abbiamo più visto. Il nome? Si chiamava Damiano. Monsignor Damiano. Mangiava quasi solo verdure e formaggio, un po’ come tutti i preti. Raramente ordinava il maialino sardo. Gli regalavo una bottiglia di vino di Alghero».
Parla con calma, cura nei dettagli ogni aspetto del ristorante insieme alla moglie Marisella e alla figlia Barbara, che ha campo libero nella confezione di eccellenti dolci. In cucina lavora il cuoco Fiore e la figlia Stefania. È originario di un paese della provincia di Cagliari e si è trasferito a Roma da una vita per lavorare. Ama curare le piante del suo giardino ed andare alle udienze papali nella basilica di San Pietro.
Vado a cena “Dal Sardo” quasi ogni settimana da circa trent’anni. Ma lui è qui dal lontano 1971. Il ristorante è vicino al Vaticano; la zona è piena di chiese, di conventi, di scuole e di alberghi cattolici. Spesso vengono a mangiare qui preti, suore, monsignori, vescovi e cardinali assieme a molti turisti stranieri. Alcune sere fa c’erano due persone in tonaca accanto al mio tavolo. Il capitano sul ponte di comando della nave “Dal Sardo” precisa: «Erano due cardinali. Qualche volta vengono, ma di rado. Quando sono preti e vescovi vengono spesso, poi spariscono». Ricorda: «Nel corso degli anni avrò visto 300-400 vescovi di tutto il mondo, in particolare arrivano dall’America».
Riaffiorano dalla sua memoria casi singolari: «Una volta un vescovo si raccomandò di portargli una cena leggera perché il giorno dopo sarebbe divenuto cardinale e voleva evitare brutte sorprese, brutte complicazioni intestinali in quella importante giornata». Altri episodi? La risposta è immediata: «Una sera un cardinale mangiava e parlava con dei colleghi. Parlava molto. Si fece tardi, molto tardi e mia moglie ed io eravamo stanchi e ansiosi di tornare a casa per andare a dormire». Tuttavia non sollecitò il prelato ad accelerare la conclusione della cena. Alla fine uscì a notte fonda. Non finì bene: «Fu investito da un pullman e si ruppe una gamba».
R.Ru.