11 mila posti a rischio nel Lazio. Informazione televisiva, trasporto aereo, commercio, chimica, farmaceutica, energia. Si allunga la lista della grandi aziende in crisi o in fuga da Roma verso Milano o che semplicemente chiudono i battenti, lasciando sul lastrico i lavoratori.
L’Alitalia, 12 mila dipendenti, di nuovo in grave deficit, ha annunciato ai sindacati l’ennesima operazione di “tagli”: 2.037 esuberi quasi tutti tra gli impiegati nella capitale e nel personale di terra di Fiumicino. Non se la caverà bene anche il personale navigante. Gli stipendi degli assistenti di volo saranno ridotti del 32% e quelli dei piloti tra il 22% e il 28%. I sindacati hanno rispedito al mittente l’ennesimo piano di rilancio dell’azienda e hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per il 5 aprile.
Sky ha avuto la mano pesante con i giornalisti, i tecnici e gli impiegati: 300 trasferimenti da Roma a Milano e 120 licenziamenti. Il gruppo multinazionale di Rupert Murdoch non ha voluto sentire ragioni e ha respinto tutte le proteste al piano di riorganizzazione (guai a pronunciare la parola ridimensionamento!). E non finisce qui per l’informazione tv. Sembra che anche il vertice di Mediaset stia riflettendo sulla possibilità di trasferire i Tg dalla capitale a Milano, proseguendo sulla linea inaugurata alcuni anni fa.
Ma anche altre grandi aziende penserebbero ad una fuga da Roma a Milano: l’Eni, in particolare, e la Saipem potrebbero trasferirsi nel capoluogo lombardo. La Cgil di Roma e del Lazio ha elaborato un documento allarmato sull’occupazione: le crisi aziendali hanno investito 11 mila lavoratori nella regione. Tra i casi più gravi c’è il fallimento della Trony, 176 dipendenti licenziati e 8 centri commerciali chiusi. Il sindacato, inoltre, teme la perdita 6 mila posti di lavoro anche nelle piccole imprese.
Può franare un pezzo importante dell’occupazione. Michele Azzola, segretario della Cgil di Roma e del Lazio, ha chiamato in causa gli errori e l’immobilismo del Campidoglio e di via della Pisana: «Ormai la fuga da Roma rischia di diventare inarrestabile vista l’assenza di un progetto politico che caratterizzi la capitale e la regione». Di qui l’invito a Virginia Raggi e a Nicola Zingaretti a mettere da parte i contrasti e a collaborare: «Le diatribe hanno portato al fatto che qui le due istituzioni lavorano separate, cosa che al nord non succede. C’è invece bisogno di risposte congiunte per un piano di rilancio su alcune direttrici fondamentali». La Cgil sollecita investimenti nell’innovazione industriale, pensa alla cooperazione tra imprese e università. Invita poi a puntare sul turismo, sull’arte, la cultura, l’ambiente, autentiche “miniere d’oro” dell’urbe.
Sul lavoro mancano iniziative e riposte concrete e credibili. Perfino papa Francesco ha sollecitato a voltare pagina. Il pontefice argentino nell’udienza dello scorso mercoledì 15 marzo, alla quale hanno partecipato i lavoratori di Sky, ha auspicato «che la loro situazione lavorativa possa trovare una rapida soluzione». Papa Bergoglio ha sottolineato l’importanza umana, sociale ed economica del lavoro: «Chi per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprese lavorative e toglie il lavoro agli uomini, compie un peccato gravissimo».
R.Ru.