Non attraversa ponte Principe? «No. Faccio il giro lungo!». Perché?
«Il ponte è pericolante!». Ma quando fanno i lavori? «Chissà! A saperlo…». Quando si tornerà a passare? «Secondo me non si passerà più!». Il conducente del ‘98’, un uomo dalla guida spedita e sicura, mi risponde velocemente, accompagnando le parole sconsolate con i gesti della mano destra alzata dal volante.
Una signora commenta: «E’ una vergogna!». Poi scende dall’autobus assieme al sottoscritto e a un folto gruppo di persone estenuate. Quasi tutti i passeggeri scendono prima, alla fermata di piazza della Rovere, perché da oltre un anno gli autobus provenienti da via Gregorio VII non attraversano più ponte Principe Amedeo Savoia Aosta, in sigla Pasa, per andare nel centro storico. Fanno invece, un lungo percorso a gomito prima girando a destra e percorrendo Lungotevere Gianicolense, poi superano il Tevere e imboccano ponte Mazzini, quindi tornano indietro sull’altro Lungotevere, quello dei Sangallo, per arrivare infine a via Paola e a corso Vittorio Emanuele II, le prime vie del centro storico. È un tragitto tortuoso da brivido: in genere questi due tratti del Lungotevere sono intasati dal traffico e si procede a passo d’uomo. Così, si scende prima e si attraversa a piedi il ponte Principe, per evitare di perdere altro tempo e di fare una ulteriore “cura di smog”.
Dall’8 aprile del 2016 si ripete il calvario: per motivi di sicurezza tutti gli autobus, i pullman e i camion superiori ai 35 quintali non possono più passare sul ponte Principe, aperto solo alla circolazione delle automobili e dei furgoni. In realtà, però, il divieto è praticamente limitato ai soli autobus: i pullman turistici e i camion in molti casi continuano a passare imperterriti approfittando dell’assenza dei vigili urbani.
Il Campidoglio e i vigili del fuoco oltre un anno fa chiusero il transito ai mezzi pesanti perché c’erano, questa la motivazione ufficiosa, problemi strutturali. Si parlò della necessità di lavori di consolidamento e di messa in sicurezza ma, come ha già scritto ‘Sfoglia Roma’ lo scorso 10 marzo, non si è visto né fatto niente. Quell’immobilismo perdura oggi: migliaia di romani e di turisti provenienti dal quartiere Aurelio ogni giorno sono intrappolati nei meandri di una decina di linee dell’Atac (l’azienda di trasporto urbano della capitale) dirette al centro, ma deviate da oltre un anno.
Quale è il problema? Una cosa è sicura: sul ponte Principe, nell’asfalto della strada, c’è una crepa. Le informazioni ufficiali sono poche e datate. ‘Il Corriere della Sera’ a metà marzo aveva riportato il parere dell’ingegnere Roberto Botta. Il responsabile del Simu (Dipartimento Lavori Pubblici), aveva garantito: «Non c’è un problema strutturale». Qual è il problema? Ci sarebbe “il cedimento” di un anello. L’ingegnere Christian Miceli, un altro dirigente del Simu, si era espresso con un linguaggio iper tecnico: «C’è una lesione in uno dei due anelli piccoli, non così importante come i tre archi principali, ma è scesa una chiave e si è aperta una fessura».
Dunque c’è “una lesione” ad un anello della struttura del ponte. Da allora è passato un mese e oltre un anno è trascorso dallo stop ai mezzi pesanti, tuttavia non è successo niente: il comune di Roma non è intervenuto, neppure sono cominciati i lavori di consolidamento del ponte chiuso l’8 aprile dell’anno scorso al traffico pesante. I cartelli di divieto al transito per autobus, pullman, e camion sono sempre lì, ma non si è mosso nulla.
Non è una bella pubblicità per Virginia Raggi. La sindaca grillina della città eterna ancora non si è pronunciata su quando ci saranno i lavori e quando i mezzi pesanti potranno tornare a passare su uno dei più importanti ponti del Tevere, quello che permette le comunicazioni tra il Vaticano, San Pietro, l’ospedale San Carlo, l’ospedale Santo Spirito, il Gianicolo e l’Aurelio con il centro storico. Anche i più tolleranti tra i cittadini hanno perso la pazienza. La sindaca dov’è? Che fa? Per Virginia Raggi è ora di intervenire per dedicare un po’ del suo tempo a ripristinare il regolare transito degli autobus sul ponte Principe. È ora, almeno speriamo.