Capolavori del 1600
tra Spagna e Italia

Salomè di Caravaggio

Salomè di Caravaggio

Si è da poco inaugurata alle Scuderie del Quirinale la mostra “Da Caravaggio a Bernini. Capolavori del Seicento italiano nelle Collezioni Reali di Spagna”. L’esposizione, una collaborazione italo-spagnola, presenta per la prima volta in Italia 60 opere del Patrimonio Nacional, l’istituzione pubblica che tutela e valorizza il patrimonio artistico nella disponibilità della Corona di Spagna. La mostra, visitabile fino al 30 luglio, rivela, attraverso una selezione di capolavori artistici, gli strettissimi legami politici e culturali intercorsi tra i due paesi nel XVII secolo, periodo in cui il collezionismo spagnolo di arte italiana ha proseguito la tradizione iniziata nel Cinquecento con re CarloV.

Grazie all’intervento di alti dignitari e il collezionismo di ambasciatori e viceré, l’importazione di opere italiane in Spagna ha determinato la nascita di un gusto e di una scuola nazionale che, con Diego Velasquez, ha poi ottenuto un notevole successo nella Storia dell’Arte europea.

Tra i capolavori in mostra tre svettano per importanza: la ‘Salomè’ con la testa del Battista di Caravaggio, proveniente dal Palacio Real di Madrid e recentemente restaurata, la ‘Tunica di Giuseppe’ di Diego Velasquez e il Crocifisso del Bernini, queste ultime prestate dall’Escorial.

Moltissime altre opere furono commissionate o acquistate dai mandatari del re e altre ancora comprate dai rappresentanti della monarchia spagnola in Italia, alla cui morte andarono ad accrescere le collezioni reali. Come nel caso della ‘Salomè’ del Caravaggio. Altre opere sono frutto di doni diplomatici da parte di principi e Governatori della Penisola, al fine di poter avere protezione e favori. È questo il caso di due altri dipinti di rilievo: ‘Lot e le figlie’ di Guercino e ‘La conversione di Saulo’ di Guido Reni, donati a Filippo IV dal principe Ludovisi per garantire la protezione spagnola sul minuscolo Stato di Piombino.