Essere romanisti vuol dire anche fare i conti con l’amarezza della sconfitta senza onore nel Derby.
C’è una Roma che non ci piace. La Roma che non ci piace è quella che entra in campo con la spavalderia della grande squadra che si sente in grado di regolare la questione in venti minuti del primo tempo.
La Roma che non ci piace è quella che viene messa in campo per tre incontri ravvicinati, contro la stessa squadra, con la stessa formazione e subisce allo stesso modo.
La Roma che non ci piace è quella che nelle occasioni importanti fallisce sempre l’obbiettivo.
La Roma che non ci piace è quella che non è in grado di fare a meno di un centravanti che non serve se tira in porta e puntualmente la tira fuori.
La Roma che non ci piace è quella che “Spalletti deve rinnovare….“, “….. i contratti di De Rossi” “… Totti vuole giocare un altro anno, la società dice No”, “Rudigher, Manolas, Paredes, Dzeko, il prossimo anno andranno via”.
La Roma che non ci piace è quella di “….è colpa dell’ambiente Romano”.
La Roma che non ci piace è quella che una volta subito il gol va nel panico e comincia a fare i lanci per la testa “spuntata” del suo centravanti.
La Roma che non ci piace è quella che non riesce a trovare un Main Sponsor da 5 anni.
La Roma che non ci piace è quella che vende i giocatori del suo vivaio a quattro soldi e compra a caro prezzo giovani promettenti, ma ancora inadatti al campionato italiano, dal Brasile senza impiegarli mai.
Poi c’è la Roma che ci piace: La Roma che ci piace è quella degli occhi bagnati di lacrime del ragazzo al gol di Francesco Totti.
La Roma che ci piace è quella di Florenzi che esce dal campo per abbracciare la nonna dopo un gol stupendo.
La Roma che ci piace è quella che quando la vedi giocare, padrona del campo, con le giocate di prima, sembra la più forte del mondo.
La Roma che ci piace è quella che, magari non vince, ma gioca al calcio e ti fa divertire.
La Roma che ci piace è quella delle coreografie della Curva sud.
La Roma che ci piace è quella che non è un “trampolino di lancio” per arrivare ad altre squadre europee, ma è il sogno dei ragazzi cresciuti nelle giovanili delle squadre della capitale.
La Roma che ci piace è quella della faccia di Nils Liedholm, di Carlo Mazzone, di Francesco Totti che scherza e gioca con i ragazzini a bordo campo.
Se essere romanisti è diverso che essere tifosi di una squadra di calcio perché in nessun altro caso la frase “la Roma è la mia squadra del cuore” spiega altrettanto bene il sentimento che si prova.