Incendio di Pomezia?
Inquinamento
dell’area sì,no,forse

Terrore e domande angoscianti: moriremo per l’inquinamento da amianto, diossina e idrocarburi? Gli abitanti di Pomezia, dei Castelli e di Roma sud hanno guardato con sgomento l’enorme nube nera sprigionatasi dall’incendio dei capannoni della Eco X, un’azienda di stoccaggio e di smaltimento di rifiuti speciali ubicata sulla via Pontina. Tonnellate di ecoballe composte di carta e di plastica in pochi minuti sono andate a fuoco venerdì 5 maggio sprigionando sostanze irritanti e miasmi.

Panorama di Pomezia

Panorama di Pomezia

Il rogo ha prodotto semplice fumo nero o micidiali sostanze tossiche e cancerogene? L’immensa nuvola scura, con epicentro a Pomezia, è pericolosa? Il 5 maggio, il giorno del drammatico incendio, le domande restano senza risposta mentre gira una brutta ipotesi: il tetto della Eco X è stato costruito anche con amianto.

Sabato 6 maggio. La nube nera perde d’intensità, diventa grigia. Solo tre focolai del grande incendio scoppiato restano da spegnere. Le domande sui possibili pericoli per la salute sono ancora senza risposta.

Domenica 7 maggio. Arrivano le prime risposte e sono brutte. Mariano Sigismondi, direttore del dipartimento prevenzione della Asl Roma6 annuncia: «Nelle coperture del tetto dei capannoni della Eco X era presente amianto incapsulato. Me l’hanno confermato i vigili del fuoco. Ora si dovrà valutare l’effetto del calore sprigionato dall’incendio su questa particolare sostanza». Nicola Pirrone, direttore dell’istituto per l’inquinamento atmosferico del Cnr, suona l’allarme: «È probabile che ci sia stata una dispersione di microfibre di amianto nell’atmosfera. Ritengo la situazione molto preoccupante».

Virginia Raggi, invece, sdrammatizza. La sindaca grillina di Roma Capitale invita alla calma: «Al momento i dati sulla qualità dell’aria non rilevano criticità e sono tutti nella norma. Vorrei tranquillizzare i cittadini: secondo l’Arpa Lazio nell’aria non ci sono sostanze inquinanti o pericolose per la nostra salute». Comunque il Campidoglio invita i cittadini di Roma sud a chiudere le finestre: «Sono arrivate segnalazioni di odori fastidiosi in alcune zone di Roma sud. L’Arpa non ha diramato nessun invito a chiudere le finestre, ma questa misura può essere utile come rimedio contro gli odori».

Fabio Fucci, sindaco di Pomezia, anche lui del M5S, per motivi precauzionali fa evacuare le case nel raggio di cento metri e decide la chiusura per due giorni di tutte le scuole «al fine di consentire le operazioni di pulizia straordinaria». Non solo. Fucci e il commissario straordinario del comune di Ardea Antonio Tedeschi firmano un’ordinanza per vietare la raccolta di ortaggi e il pascolo di animali in un raggio di 5 chilometri dal luogo dell’incendio. Posizioni contraddittorie. Amianto sì, amianto no, amianto forse.

Lunedì 8 maggio. Scoppia la polemica sull’amianto. Nicola Pirrone, direttore dell’istituto per l’inquinamento atmosferico del Cnr, dà una stoccata: «Per  scoprire l’esistenza dell’amianto bastavano 24 ore». Sollecita a prendere precauzioni: «La pioggia aiuterebbe subito, ma per chi abita vicino alla ditta sarebbe meglio dotarsi di mascherine, bastano quelle con doppio filtro che si trovano in farmacia. Nessun allarmismo, semplice buon senso». L’Arpa Lazio (l’agenzia per la tutela dell’ambiente) rincara: le centraline poste nelle vicinanze rilevano una concentrazioni di PM10 nell’aria (polveri sottili)  sopra i limiti di legge: il triplo dei valori il primo giorno della nube nera, poi è seguita una discesa. Sono valori simili a quelli registrati nel traffico invernale di Roma. Inquinamento sì, inquinamento no, inquinamento forse.

Martedì 9 maggio. Francesco Prete, procuratore della Repubblica di Velletri, fa tornare alta la preoccupazione: dai primi dati comunicati dalla Asl emergerebbe «la presenza di amianto sul materiale campionato».  Secondo l’Osservatorio nazionale amianto sarebbe meglio, per chi vive nelle immediate vicinanze della zona dell’incendio, «abbandonare le proprie abitazioni per i prossimi 7-10 giorni per poi farvi ritorno dopo il lavaggio con l’acqua». L’incendio viene completamente spento dai vigili del fuoco. I magistrati ipotizzano il reato di incendio colposo.

Mercoledì 10 maggio. Beatrice Lorenzin smentisce le ipotesi di inquinamento dell’ambiente da amianto. La ministra della Salute precisa alla Camera: «Non ci sono fibre di amianto nell’aria». Aggiunge: «I dati delle rilevazioni fortunatamente sono negativi, un dato estremamente positivo per la cittadinanza». L’Istituto superiore di sanità collaborerà per ulteriori analisi.

Giovedì 11 maggio. Sono esclusi dai primi dati l’inquinamento da amianto, ma preoccupano le sostanze chimiche. Sono elevati infatti i dati sulle diossine e gli idrocarburi registrati dalle centraline dell’Arpa posizionate nell’arco di 200 metri  del raggio della nube. Ma si parla solo dell’area più vicina al rogo e per il 5 e 6 maggio, i giorni dell’incendio. La magistratura  va avanti. Incendio e inquinamento colposo. Con queste accuse è iscritto nel registro degli indagati l’amministratore unico della Eco X, Antonio Buongiovanni.

Venerdì 12 maggio. Il 5 e 6 maggio nelle immediate vicinanze della Eco X di via Pontina sono stati rilevati dall’Arpa del Lazio valori «estremamente elevati di diossina», oltre 700 volte la soglia di rischio per la salute. Inquinamento sì, inquinamento no, inquinamento forse.

R.Ru.