Alla fine è arrivata la mazzata sulla testa di Antonio Campo Dall’Orto. Il consiglio di amministrazione della Rai l’ha praticamente sfiduciato. Il direttore generale dell’azienda radiotelevisiva pubblica ieri è stato bocciato con 5 voti contrari e 2 astenuti. Appena 1 voto, invece, a favore. Avrebbe votato contro di lui anche Monica Maggioni, la presidente della Rai.
Il consiglio di amministrazione ha respinto il piano per l’informazione. Campo Dall’Orto intendeva dare vita ad una nuova piattaforma d’informazione web, www.rai24.it da affidare a Milena Gabanelli, al posto di www.rainews.it, l’attuale giornale digitale dell’azienda. Rai24 avrebbe dovuto essere la decima testata giornalistica della Rai, forte di 120 cronisti e di 40 tecnici e diretta dalla Gabanelli, ex conduttrice di Report. Paolo Messa, componente del Cda Rai di area cattolico moderata, non sarebbe stato per niente tenero: «Sono venute meno le condizioni per il rapporto di fiducia con il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto». Invece sono stati approvati all’unanimità i piani di produzioni e trasmissione 2017 per i canali generalisti e specializzati.
Campo Dall’Orto sembra sia rimasto solo. Si è trovato contro praticamente tutti: gran parte del Pd renziano, le opposizioni e i sindacati. Nei giorni scorsi i giornalisti Rai (Usigrai) e tutti gli altri lavoratori dell’aziende hanno proclamato uno sciopero per il prossimo 8 giugno contro “la guerra interna” dell’azienda e perché «è in gioco il futuro della Rai». Da tempo si parlava del vertice spaccato, delle critiche della presidente Monica Maggioni a Campo Dall’Orto. Da mesi il consiglio di amministrazione alzava il disco rosso alle scelte del direttore generale. Da un anno i renziani lo attaccavano. Michele Anzaldi, deputato Pd e componente della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, lo aveva accusato di “risultati fallimentari”. Già all’inizio del 2017 era arrivato un primo duro colpo. Il consiglio di amministrazione aveva respinto il progetto di riorganizzazione delle news e il direttore editoriale per l’offerta informativa Carlo Verdelli (scelto da Campo dall’Orto) si era dimesso. Si erano diffuse anche delle voci, poi smentite, sulle dimissioni del direttore generale sotto tiro.
Adesso è arrivato un secondo duro colpo. Campo Dall’Orto però sembra deciso a non mollare. Si era insediato due anni fa al vertice dell’azienda con competenze fortissime (grazie alla riforma della Rai, voluta dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, aveva incassato i poteri di un amministratore delegato). Era molto apprezzato. Vantava grandi esperienze televisive maturate in Mediaset, Mtv e La7. Sembrava in grande sintonia con Renzi, nel 2015 presidente del Consiglio e segretario del Pd. Poi qualcosa è andato storto. Si è sollevato un coro di critiche contro di lui, basate sull’accusa di una gestione immobilista.
Campo dall’Orto ha cercato di parare i colpi, a maggio sembra si sia recato anche a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Adesso è azzoppato. Resiste a fatica. Già si parla dei possibili successori. Girano i nomi di Monica Maggioni, di Paolo Del Brocco (Rai cinema) di Paolo Ruffini (Tv 2000 ed ex direttore di Rai3).