Fra’ mi perdonerai se ti do del tu, ma tu sei stato e sarai sempre una persona di famiglia che ha accompagnato quelli della mia generazione per tanti anni. Ci hai fatto sentire orgogliosi di essere Romani e Romanisti non solo con i tuoi piedi fatati, ma con il tuo essere semplice e vero.
Adesso durante l’evento a fine partita ci siamo stretti a te come avremmo fatto per un amico fraterno, un fratello che per la prima volta abbiamo visto in difficoltà. La difficoltà nel lasciare quella maglia numero 10 della Roma, per non sentire quelle voci…
Un capitano, c’è solo un capitano…., per non vedere quegli striscioni allo stadio che avevano il tuo volto allegro. Le lacrime dell’Olimpico e di tutti quelli che ti seguivano dal televisore te le regaliamo per portarle come trofeo al posto di quelli che avresti vinto sicuramente se fossi andato a giocare per le migliori squadre del mondo, in questi 25 anni.
Adesso dici “ho paura” ma quanta forza hai dato a quei ragazzi che, grazie al tuo esempio, sono diventati uomini, sportivi, onesti e corretti. No, il tuo sguardo felice dopo uno dei tuoi gol straordinari fa più bene di tante parole, le tue giocate fanno capire questo sport più di un corso a Coverciano. Infine la tua spontaneità e la tua ironia danno serenità per qualche momento in un periodo in cui c’è poco da stare allegri.
Ma sopratutto non avere paura perché, oltre alla tua famiglia, ai tuoi amici veri, avrai noi che non smetteremo mai di ringraziarti per averci fatto gioire per tutti questi anni. Porta con orgoglio queste lacrime come fossero coppe e medaglie. I tuoi tifosi ed amici giallorossi.