L’adolescenza, l’età della scoperta di se stesso e della vita. L’isola di Arturo gira la boa dei sessanta anni. Il Teatro di Roma festeggia questo compleanno del romanzo di Elsa Morante con una serata di letture e testimonianze. Il 6 giugno si alterneranno sul palco del Teatro Argentina, leggendo pagine scelte e raccontando il loro rapporto con l’opera letteraria, scrittrici e scrittori, da Melania Mazzucco a Rosetta Loy, da Sandra Petrignani a Elisabetta Rasy, e ancora Maria Rosa Cutrufelli, Romana Petri, Elio Pecora, Antonella Lattanzi e molti altri, Filippo La Porta, Carlo Cecchi, Paola Soriga, Elena Stancanelli, mentre l’attrice Francesca Gatto e tre allieve della Scuola del Teatro di Roma – Angela Ciaburri, Arianna Pozzoli, Giuliana Vigogna – interverranno con letture interpretate. All’evento, a cura di Paolo Di Paolo e Giuliana Zagra, saranno presenti Laura Morante e Daniele Morante.
L’isola di Arturo uscì in prima edizione da Einaudi nella primavera del 1957 e in quello stesso anno vinse il Premio Strega. Generazioni di lettori, si legge sul sito del Teatro Argentina, hanno amato la storia del ragazzo Arturo – «il ragazzo che volevo essere», come scrisse Elsa Morante – il suo titanismo adolescenziale, sullo sfondo dell’isola di Procida, selvaggia e bellissima. Un romanzo di formazione sul senso della vita, tra illusioni, delusioni, incomprensioni, indifferenza, racchiusi nella dimensione della favola, del racconto, dell’epos. La scrittrice racconta, con il suo tipico gusto dell’invenzione narrativa, l’adolescenza attraverso la fiaba, il sogno, offrendo un’istantanea su tante storie al di fuori della Storia. Con la sua presenza smisurata e fanatica, per riprendere due aggettivi usati da Calvino, orgogliosamente inattuale, la scrittura di Elsa Morante ci interroga, ci illumina, ci sorprende ancora.
Un vero compleanno, una festa, per riscoprire, ricordare, riamare un grande romanzo che ha segnato la storia della letteratura italiana, attraverso letture e testimonianze.
L’isola di Arturo è il secondo romanzo di Elsa Morante. Nel 1962 il romanzo ha ispirato il film omonimo per la regia di Damiano Damiani. La storia narra la biografia di Arturo Gerace, dalla nascita fino ai sedici anni, epoca trascorsa sull’isola di Procida, nell’arcipelago campano. Arturo narra in prima persona quella stagione della sua vita ricorrendo all’artificio di un flash-back e dando vita a un percorso narrativo che si snoda a metà strada tra il romanzo di formazione e la metafora di una giovinezza descritta con suggestioni quasi oniriche. Quella in cui ci immerge la Morante è l’età della fantasia, della scoperta della propria intimità e del proprio corpo, la gamma di angosce e sensazioni proprie dell’età adolescenziale. Un romanzo-specchio in cui, attraverso i pensieri e le speranze del giovane Arturo, è possibile ritrovare il percorso di crescita di ogni giovane adolescente. Arturo è un personaggio a tratti nostalgico, a tratti fantasioso, sensibile e assetato di conoscenza per ogni cosa che lo circonda. L’impianto narrativo dell’opera, pur partendo da uno stampo realistico, si snoda nel limbo della fantasia e del mito che lo arricchisce di elementi onirici, insieme a un linguaggio suggestivamente poetico, ma limpido nella sua espressione. Per questo motivo l’opera è stata considerata appartenente alla corrente del “realismo magico”.
Martedì 6 giugno (a partire dalle ore 19) nella Sala Squarzina del Teatro Argentina