Si andrà a votare in autunno (nel mese di ottobre ad esempio), comunque prima della scadenza naturale della legislatura, come si va ipotizzando insistentemente?
«Francamente mi auguro di no, per il bene del Paese». Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori, respinge tutte le spinte alle elezioni politiche anticipate. «Sono convinto infatti che continuare questa folle corsa per anticipare il voto degli italiani, anche se solo di pochi mesi, proprio mentre il Paese si accinge a votare una delicata legge di Stabilità, sarebbe un errore gravissimo, che potrebbe costarci anche svariati miliardi di euro. E non mi pare che il Paese abbia necessità di ulteriori spallate in questa direzione. Non solo: l’intento evidente (e assai poco lungimirante, a mio avviso) dei fautori del ‘si voti subito’ è quello di favorire i populismi di casa nostra, cercando di evitare le previste strettoie economiche autunnali imposte dall’Europa che ci invita a rispettare i patti chiedendoci ulteriori sacrifici, come raccomandato dalla Commissione ai Paesi membri, fra i quali l’Italia evidentemente riveste ancora un ruolo di ‘osservato speciale’».
Quale il modello che lei preferirebbe per una legge elettorale che possa rispondere ai migliori criteri possibili sotto diversi punti di vista?
«Partirei dal fatto del giorno: è appena clamorosamente saltato un improbabile accordo politico trasversale costruito sulle teste dei Parlamentari stessi, oltre che dei cittadini. E questo è un dato che sarebbe un grave errore sottovalutare: che non ci prendano in giro, i tanti trasversali fautori (dal Pd a Forza Italia, alla Lega, al M5S) di quella che, presentata come una nuova legge elettorale, in realtà era solo un’operazione tesa a nascondere intenti autoconservativi! Infatti, nella proposta bocciata dall’aula della Camera, quale contropartita per l’introduzione della soglia di sbarramento necessaria a ridurre il numero dei partitini (che troppo spesso diventano l’ago della bilancia delle decisioni politiche nazionali), i segretari dei partiti ancora una volta avevano previsto di riservare a se stessi la scelta dei candidati, di fatto sottraendone il compito agli elettori e compiendo un ennesimo scippo alla sovranità popolare. Ecco, questi giochetti furbeschi e al limite dell’incostituzionalità, che servono solo a garantire i propri ‘orticelli’, deve finire: si pensi al pastrocchio sui collegi elettorali, disegnati sulla base dei censimenti antecedenti, addirittura del ‘91. La realtà che è sotto gli occhi di tutti – e di cui gli italiani sono ben consapevoli, come dimostrano gli ultimi dati sull’astensionismo alle elezioni – è che al di là del sistema elettorale scelto, proporzionale o maggioritario corretto che sia, l’unica certezza è che ancora una volta gli italiani avranno un Parlamento di nominati. E di questo, ne siamo certi, gli elettori se ne ricorderanno al momento opportuno. Penso invece che un approccio corretto alla questione debba necessariamente partire dai valori fondamentali che la Costituzione ha dettato e che, evidentemente, ha inteso siano garantiti: la partecipazione dei cittadini e la rappresentanza popolare in primis».
La preoccuperebbe se si decidesse di andare alle elezioni con la legge di Stabilità ancora da approvare?
«Ovviamente sì! Di più: lo troverei un azzardo economico e una fuga dalle responsabilità. Voglio dire che se esiste una maggioranza, allora che si assuma la responsabilità delle decisioni sui conti pubblici… e non tenti invece di svignarsela cucendosi addosso una legge elettorale su misura, pur di rimanere abbarbicati al potere e alle proprie piccole convenienze. La realtà è che il Paese sta correndo alle urne anticipatamente trascinato da Renzi e dalla sua voglia di riscattare la bocciatura sul referendum di dicembre, lo stesso Renzi che vorrebbe intascare una vittoria elettorale prima ancora di affrontare i veri nodi economici che strangolano il Paese. Come dire: meglio fare i conti senza l’oste».
Fonte: www.eupop.it