«Fuego! Fuego! Sono fermi i treni per Civitavecchia!». Fuoco. Roma è assediata dal fuoco, un po’ come ai tempi di Nerone, anche se sono passati quasi duemila anni dalla morte dell’imperatore della famiglia giulio-claudia.
Ore 15,10 di ieri: è il caos nella stazione ferroviaria di San Pietro, a due passi dalla basilica più importante della Chiesa cattolica. Una ragazza sudamericana si sbraccia per avvertire amici e amiche di viaggio in trepida attesa di notizie confortanti. Ma girano solo delle voci confuse. Tuttavia, aguzzando la vista, si vedono in lontananza delle funeree colonne di fumo nero nel cielo blu.
Alle 15,20 l’altoparlante della Stazione San Pietro dà le prime notizie precise: è scoppiato un incendio tra Maccarese e Fregene in prossimità della massicciata ferroviaria, sono intervenuti i vigili del fuoco e i treni possono accusare «ritardi o annullamenti». Una ragazza tedesca dalla mole massiccia si stacca da un gruppo di turisti sudati e accaldati per il sole cocente e per le temperature africane di questi primi giorni di luglio. Si avvicina e, forse perché sono l’unica persona in giacca e cravatta, si lamenta: «Non se ne può più! Volevo andare al mare, ma le cose sono complicate qui da voi a Roma. Cosa succede?». Io ripeto le informazioni fornite dalle Ferrovie all’altoparlante e invito a pazientare in attesa che i pompieri spengano le fiamme.
Scatto delle foto ai romani e ai turisti stranieri accaldati e bloccati alla stazione, che aspettano con impazienza di prendere un treno locale per le località marine a nord della città eterna. Scatto un’altra fotografia a un convoglio fermo nella stazione. La ragazza è incuriosita: «Lei lavora qui?». Io prima cerco di cambiare discorso, poi mi decido a rispondere. Ma riesco appena a rispondere “no” con un filo di voce, quando fortunatamente un’amica la chiama e la distrae. Non sono riuscito a pronunciare la fatidica frase: «Sono un giornalista».
Una coppia di anziani coniugi americani non sa come fare. Hanno urgenza di recarsi a Civitavecchia. Si avvicina un tassista e si offre di trasportarli nella città dei traghetti per la Sardegna. Azzarda: «200 euro e vi porto a Civitavecchia, non posso fare di meno!». Ma i due turisti declinano con cortesia la proposta.
Qualche treno locale arriva dagli altri quartieri della capitale, ma quelli Roma-Civitavecchia-Grosseto non si vedono. Alle 15.50 l’altoparlante della stazione dà una nuova informazione: la circolazione dei treni su questa tratta «è sospesa» perché gli incendi tra Maccarese e Fregene non sono stati ancora domati e possono essere pericolosi.
Un ragazzo romano sbotta: «È sempre così, non funziona niente! Qui i ritardi possono arrivare a un’ora e perfino sfiorare le due ore! Giovedì è stato il turno del caos degli autobus! È una vergogna!». Già, giovedì 6 luglio uno sciopero nazionale degli autoferrotranvieri è stato particolarmente pesante a Roma. Tre sindacati hanno scioperato, con modalità diverse, chi per 4 ore chi per 24 ore, e la capitale è andata in tilt perché senza metropolitane e con gli autobus a singhiozzo.
Adesso sono arrivati i roghi. Sono intervenuti anche gli aerei anti incendi oltre ai vigili del fuoco. I più pericolosi sono scoppiati a Castel Fusano e sulla via Laurentina all’altezza di Tor Pagnotta: nel primo caso è andata a fuoco la storica pineta, nel secondo della sterpaglia. Sono state evacuate, per prudenza, delle case, degli uffici e perfino una caserma dei vigili urbani.
Non solo. Le fiamme sono divampate anche sulla via Nomentana all’altezza del Grande raccordo anulare, a Fiumicino, a Tivoli, a Mentana. Fuoco anche sulla linea dell’alta velocità Napoli-Roma, in provincia di Frosinone e in prossimità della capitale. Di qui i ritardi fino a un’ora per molti treni diretti alla Stazione Termini. Roma, praticamente, è stata assediata dal fuoco. A fine giornata sono state molte decine gli interventi dei pompieri. È colpa del caldo eccessivo, della siccità o dei piromani? Sembra che, in alcuni casi, ci sia la mano dell’uomo dietro qualche incendio. L’altro ieri un uomo di 49 anni è stato arrestato per i roghi a Tivoli. L’uomo è stato visto mentre appiccava il fuoco che ha devastato 15 ettari e provocato danni a vari immobili.
Il presidente della regione Lazio vuole vederci chiaro. Nicola Zingaretti, in una lettera inviata ai prefetti della regione, si dice preoccupato per «una esponenziale recrudescenza degli incendi boschivi». I dati sono clamorosi: rispetto al 2015 e 2016 in alcuni casi c’è un incremento superiore al 400% degli incendi. C’è da fare i conti con una straordinaria siccità ma «non è di per sé sufficiente a giustificare un andamento chiaramente anomalo dei fenomeni».