Dal 2008 la crisi economica internazionale ha picchiato duro sull’Europa e, in particolare, sull’Italia. Il nostro paese ha perso il 25% della produzione industriale, la disoccupazione ha colpito oltre 3 milioni di persone, la piaga della “povertà relativa” (come la chiama l’Istat) ha toccato 8 milioni e 465 mila individui. Ma l’Italia, anche se a fatica, ha cominciato a risalire la china. Ci sono imprenditori come Giovanni Battista Farneda che hanno successo e possono permettersi anche costosi hobby, come delle Lamborghini un tempo sulle piste da corsa. Ecco l’intervista.
Di sogni chiusi nel cassetto non ne ha più perché tantissimi li ha già realizzati, e li sta ancora realizzando velocemente. Parliamo dell’architetto Giovanni Battista Farneda, noto imprenditore di Vicenza, collezionista di auto di lusso ed esperto nel settore dell’immobiliare. Non esita a riconoscere di avere raggiunto importanti mete e di riuscire a fare, tuttora, nel modo migliore, impresa e business. Un binomio vincente. La crisi economica non lo ha sfiorato. Si definisce ‘soddisfatto’ ed è proiettato nel futuro: impegnarsi ed investire in tutto il Paese, e anche all’estero.
Architetto Farneda, è vero che lei è un grandissimo appassionato di auto storiche?
«Certo, sono orgoglioso di potermi definire un amante ed un collezionista. Sono l’unico privato al mondo che possiede un ex team di F.1 con marchio Lamborghini. Le auto hanno corso nel 1991, poi il team è fallito. Si tratta di un’opera dell’ingegno umano. E l’opera d’arte per sua natura deve essere ammirata».
Desidera far conoscere questo ‘tesoro’ al grande pubblico?
«Mi piacerebbe molto. Sono disponibile ad esporre questi gioielli in mostre ed esposizioni varie. Mi sta a cuore, particolarmente, realizzare una mostra in una città bella ed affascinante come Roma. E poi considero mete interessanti all’estero Montecarlo e Dubai».
Di che cosa altro si occupa?
«Sono un immobiliarista e mi muovo nel settore con grande capacità e voglia di realizzare progetti rilevanti. Sto acquistando in tutta l’Italia. Le occasioni ci sono e vanno colte in fretta».
Ha qualche desiderio che le resta in sospeso?
«Fortunatamente no, ho davanti a me solo sfide quotidiane e cerco di vincerle tutte con tanto entusiasmo e forte determinazione».
Oggi gli imprenditori italiani hanno di fronte a loro un percorso complicato?
«Dal mio punto di vista in Italia oggi si possono fare, e bene, sia impresa sia business. Ne sono l’esempio vivente… Bisogna però essere molto attenti, professionali, capaci e non fare mai il passo più lungo della gamba. Oggi nel mio settore vi sono prezzi e opportunità inedite. Io sto acquistando. Ovviamente, si deve poter contare su risorse da mettere in campo e occorre avere anche delle spiccate potenzialità».
Quale progetto, tra gli altri, metterebbe ai primi punti dell’agenda?
«Ho lanciato un concorso di idee per recuperare e valorizzare il Forte Tagliata della Scala (Vicenza), una enorme struttura militare costruita per difendere il confine italiano contro l’avanzata dell’impero Austro-Ungarico nel territorio comunale di Cismon del Grappa (VI), vicino alla frazione di Primolano. Considerata l’ampiezza e la bellezza, ho in mente di costruirci un albergo o un Museo storico, oppure, in alternativa, un suggestivo spazio per eventi tesi, ad esempio, a rilanciare il Made in Italy. Una bella scommessa, che ne dice? Ma Roma resta nel mio cuore».