Come sollevare la sinistra dalla sua profonda crisi. Con quali programmi, con quali leader, con quali alleanze politiche ed elettorali. Su questi temi riceviamo e pubblichiamo un articolo di Sergio Gentili.
Pisapia rischia di diventare invece del “federatore” della sinistra un ulteriore elemento di divisione. Appare evidente che la volontà unitaria non è sufficiente a mettere insieme culture e posizioni politiche oramai distanti.
Occorre averne piena consapevolezza. La linea di Pisapia, che è poi quella esplicita di Scalfari e di Prodi, di rifare il vecchio centro-sinistra, dopo le laceranti posizioni e la dura lotta politica di Renzi contro il mondo della sinistra, non è realistica. Occorre prenderne atto.
La via della composizione di una alleanza politica, non di un partito della sinistra che è ben altra cosa, potrà tornare in campo alla sola condizione che si verifichi un radicale cambiamento politico nel PD. Prima, dopo le elezioni? Vedremo. Sarebbe estremamente utile che Pisapia, Prodi, Scalfari, Veltroni, Orlando (chi altri?) si affrettino e promuovano nel campo PD lo scossone necessario per riaprire il dialogo con la società, con il popolo delle astensioni e della sinistra. La destra con il paravento Renzi si è rafforzata, i 5stelle raccolgono ancora la protesta contro tutti e contro Renzi.
Tenere in campo Renzi, da parte del PD, sarebbe il più gran favore che si possa fare alle destre. Intanto a sinistra si avvii un lavoro di convergenza programmatica sui temi delle diseguaglianze per il lavoro, l’ambiente, lo stato sociale e l’innovazione economica.
È questo il solo modo per innalzare una barriera culturale e politica verso le destre e preparare una svolta popolare nel governo del paese. Il tempo non è tanto, tuttavia, occorre avere ben chiaro che va attivato un grande movimento di partecipazione popolare (non solo liste elettorali) con i sindacati, le associazioni e le forze sociali più avanzate in prima linea, per scegliere programmi e la rappresentanza, ma collegio per collegio. E bisogna avere anche la consapevolezza che questa partita politica, la sinistra la potrà giocare solo stando tutti insieme, costruendo una soggettività di massa su valori e programmai condivisi, e non segmentati o peggio rassegnati a rappresentare solo dei partitini.