Musica, cultura, socializzazione: un importante strumento alla Garbatella è il jazz. Dal 21 al 23 settembre si svolgerà alla Villetta il più noto evento jazz del quartiere popolare romano: il Garbatella Jazz Festival, alla sua XIII edizione.
La tre giorni, con le sue variegate e colte performance, precisa il sito internet, è quest’anno dedicata a Pino Sallusti, contrabbassista e bassista romano, direttore artistico del Festival per sette anni, improvvisamente scomparso ad aprile.
«Il jazz nasce originariamente come forma musicale di speranza e di conforto per divenire un fenomeno musicale solamente a cavallo tra l‘800 e ‘900, – dice Pasquale Innarella, musicista e nuovo direttore artistico del Festival – esplodendo in una miriade di stili, incorporando moltissimi linguaggi, dai più classici alle più innovative sperimentazioni. E in questa edizione il jazz che verrà presentato sarà tutto questo: sarà luogo di conforto per la perdita di un amico e di un collega, declinato in un omaggio festivo ed avvincente, sarà improvvisazione e sperimentazione con i gruppi d’apertura, contaminazione con gli ensemble principali, con i quali Pino ha suonato nel corso del tempo, dimostrando la sua grande poliedricità».
La rassegna, totalmente gratuita, è nata dalla collaborazione delle associazioni culturali Cara Garbatella ed Altrevie e sostenuta dalla Polisportiva G. Castello.
Ciascuna delle tre serate propone un doppio concerto con un gruppo principale che si esibisce dalle 21.30 ed un gruppo di apertura che lo precede alle 20.30.
Giovedì 21, l’inaugurazione è affidata al laboratorio jazz della Scuola Popolare di Musica di Testaccio. A seguire il quintetto Hot Club de Zazz, che con “i Trovatori” presenterà una rivisitazione in chiave gipsy swing di alcune indimenticabili melodie del “Trovatore” di Giuseppe Verdi. Il concerto presenta una sfida ambiziosa: quella di far incontrare la lirica verdiana con lo swing del chitarrista Django Reinhardt (1910-1953), uno dei più grandi jazzman europei. In questo quintetto acustico tre chitarristi di eccezione: Nicola Puglielli, solista poliedrico della scena jazz italiana, Luca Pagliani, di formazione classica, e Roberto Nicoletti, di formazione jazz fusion. Completano l’assetto ritmico Gabriele Coen (sax soprano e clarinetto) e il contrabbassista Bruno Zoia.
Venerdì 22, in apertura il laboratorio jazz della Scuola Popolare di Musica di Testaccio; a seguire Pasquale Innarella Quartet, che presenterà un lavoro fresco di pubblicazione: “Migrantes”. Qui la musica si intreccia al sociale e il jazz trova puntualmente la sua dimensione “politica” ed “etica”.
L’album presentato è la tappa più recente di un itinerario che, tra l’altro, vede da anni Innarella impegnato nella periferia romana con formazioni musicali (Banda Rustica) che realizzano integrazione e recupero di giovani – immigrati e non – sul concreto e aggregante terreno del “fare musica”. Il quartetto, composto da Pasquale Innarella (sassofono), Francesco Lo Cascio (vibrafono), Roberto Altamura (batteria) e Mauro Nota (contrabbasso), si impone con un “sound” inconfondibile, improvvisazione radicale e senso melodico in una fusione stretta e vivace, dato dalla somma non matematica delle varie personalità.
Sabato 23 la San Lorenzo Jazz Orchestra calcherà il palco come gruppo di apertura. È una formazione di undici elementi, figlia dei precedenti ensemble con 15 musicisti, dei quali Pino Sallusti è stato una colonna. L’ispirazione degli arrangiamenti dell’Orchestra proviene più decisamente da Gil Evans e George Russell, rispetto allo stile delle big band classiche, e brani originali, composizioni di musicisti afro-americani, latin-jazz, funk, new orleans, swing e persino rock, chiaramente alla maniera di Miles Davis, fanno parte del suo repertorio. I componenti della formazione sono: Tiziano Ruggeri (tromba), Carmen Falato (sax soprano), Danielle Di Majo (sax alto), Alessio Bernardi (sax alto e flauto), Michele De Vito (sax tenore), Davide Di Pasquale (trombone), Carlo Conti (sax baritono), Andrea Frascaroli (piano), Edmondo Cicchetti (contrabbasso), Massimo Di Cristofaro (batteria), Marco Omicini (direzione e arrangiamento).
A seguire, Pino Sallusti Septet, Legacy, nella quale si esibiranno Carlo Conti (sax baritono), Max Filosi (sax alto), Claudio Corvini (tromba), Marco Conti (sax tenore), Andrea Frascaroli (pianoforte), Stefano Cesare (contrabasso), Gianni Di Renzo (batteria). L’ensemble proporrà l’album “Colors” di stampo hard bop, una visione estetica molto amata da Pino Sallusti, non disdegnando escursioni in ambito modern jazz, con composizioni originali nella maggior parte del repertorio, ma anche con omaggi a grandi del jazz come Art Blakey, Horace Silver, Eddie Harris, e a compositori come Burt Bacharach. I solisti, tutti ottimi musicisti già affermati nel panorama jazzistico nazionale, sono sempre scelti in base alla pertinenza del brano, rendendo le timbriche delle composizioni comunque diverse all’orecchio dell’ascoltatore e restituendo un effetto alternato sia di una big band sia di una small band.
Dal 21 al 23 settembre
Via Francesco Passino n.26