Primo ostacolo sul fronte spagnolo per la Roma. Ieri sera si è svolta la prima di Champions League dei giallorossi di Di Francesco contro l’Atlético Madrid di Simeone. L’atmosfera era quella delle grandi occasioni, anche se lo stadio Olimpico non era pienissimo, e dopo uno stop di due settimane c’era la voglia, da parte dei tifosi giallorossi, di vedere i propri beniamini affrontare una partita vera.
Nel girone C la Roma, oltre che con i biancorossi di Madrid, deve fare i conti per la qualificazione con Chelsea e con il più modesto Qarabag. Džeko e compagni ieri sera hanno incontrato forse la più forte delle tre avversarie del torneo, sicuramente una squadra di categoria superiore alla Roma. Non per i singoli giocatori, quanto per il gruppo e la mentalità di gioco che “El Cholo” Simeone ha saputo trasmettere.
La Roma ha tenuto, nonostante sia ancora in ritardo nell’apprendimento degli schemi di Mr. Eusebio ed è ancora in attesa di convalescenti importanti (Emerson e Karsdorp su tutti). Si è rivisto in panchina Florenzi dopo il doppio stop dovuto agli interventi al crociato. Se la situazione lo avesse consentito, Florenzi avrebbe giocato una porzione del secondo tempo.
La partita si è conclusa con uno zero a zero merito, soprattutto, dei miracoli di Alisson Becker che ha salvato la propria porta più di una volta, specialmente nel secondo tempo. Da segnalare anche il disperato salvataggio sulla linea a portiere battuto di Manolas.
Džeko, non servito se non con lanci lunghi assolutamente inconcludenti, è stato costretto a tornare indietro a recuperare palloni a centrocampo. A fine partita, durante le interviste ha fatto presente che soffre di solitudine in campo. La mancanza di Salah (non sostituito) e la lontananza di Nainggolan (sempre tra i migliori in campo), costretto a recuperare palloni a centrocampo invece di proporre gioco come avveniva lo scorso anno con la posizione che gli aveva assegnato Spalletti, rendono inefficace l’attacco. Inoltre, a centrocampo, si soffre per la necessaria posizione di De Rossi da difensore aggiunto e uno Strootman ancora non al meglio della condizione.
Di Francesco nel corso del secondo tempo è dovuto correre ai ripari, visto l’assedio che i “colchoneros” di Simeone stavano portando alla porta di Allison, facendo entrare Fazio al posto di un stanco Defrel e cambiando il modulo con un 3.5.2. che ha fatto di nuovo respirare la squadra.
Forse ai punti la partita l’avrebbe vinta l’Atlético, ma un rigore negato (mano in area di Vietto) e un errore di Džeko davanti alla porta non hanno consentito alla Roma di fare punti per raggiungere quel secondo posto nel girone utile al passaggio del turno. Radja Nainggolan intervistato a fine partita dichiara: «Ci vuole un po’ di tempo per trovare tutti i meccanismi ed essere al 100%, non siamo dei robot. Stiamo lavorando e speriamo che le cose migliorino».
Insomma la Roma tiene anche se a metà settembre dà l’impressione di essere ancora un cantiere aperto con molti interrogativi da risolvere: il terzino destro e l’assenza di quel Patrik Schick che fa sognare i cuori dei tifosi giallorossi. Nel frattempo l’Olimpico ha eletto eroe della partita Alisson, dedicandogli un lunghissimo coro di ringraziamento. Il punto guadagnato è roba sua.