Ogni giorno un problema che ti complica la vita. Una volta il maltempo, gli allagamenti e i blackout che l’Acea non riesce a risolvere in tempo, un’altra volta il traffico impazzito in seguito agli scontri tra occupanti sgombrati di un edificio e forze dell’ordine. Ieri è stata la volta dello sciopero dell’Atac. Solo negli ultimi giorni, grazie ai temporali, si è attenuato l’incubo di avere i rubinetti a secco per la siccità e la carenza di acqua.E allora ti domandi che ci resti a fare in una città del genere. Una città, la capitale di un paese “avanzato”, dove l’emergenza ha preso il posto della normalità.
Alle dieci di ieri esco dal portone di casa e mi avvio verso la fermata Cavour della metro B. Devo andare dal dentista che sta dalle parti di piazza Bologna. Poi guardo l’orologio e vedo che manca poco più di mezz’ora all’appuntamento. Allora decido che è meglio prendere la metro A sotto casa e fare il cambio con la B a Termini. Ma quando arrivo alla stazione di piazza Vittorio trovo il cancello chiuso e, sopra, una scritta rossa che scorre minacciosa attraversando un piccolo display: “Metro chiusa causa sciopero”.
Maledico questa città dove vivere diventa ogni giorno un inferno e mi avvio verso piazza Esquilino sperando di riuscire a prendere un taxi. Afferro il cellulare per avvertire il dentista. So già che se salto è un casino, perché fra tre giorni devo ripartire per Lisbona dove, in fuga da Roma, cerco di stare il più possibile.
Arrivo al parcheggio accanto a Santa Maria Maggiore e vedo con sollievo che la fila in attesa del taxi non è tanto lunga. Alla fine riesco ad afferrarne uno. Tiro un sospiro di sollievo e apro il giornale. Vado in cronaca di Roma. I titoli bastano a dare l’idea della situazione. Pagina uno: “Tre ore di pioggia ed è di nuovo emergenza”. Pagina due: “Dai led alla crisi idrica, l’annus horribilis di Acea”. Pagina 3 “Atac, il pasticcio dei Cinquestelle sul concordato fallimentare”.
Il tassista mi interrompe: «Dotto’ qua è un casino». Stacco gli occhi dal giornale e mi accorgo che la circolazione è letteralmente paralizzata. Il tassista sostiene che c’è un blocco attorno alla stazione Termini, quindi, se vogliamo arrivare a piazza Bologna, dobbiamo cambiare strada e prenderla da viale Manzoni. Dico che va bene. Dopo un lungo giro, ma con traffico abbastanza scorrevole arrivo a destinazione al modico prezzo di 24 euro. Il triplo della corsa normale.
Esco dal dentista e decido di tornare a piedi. Alla fermata Atac “Nomentana XXI aprile” c’è un tabellone acceso: “Servizio informazioni temporaneamente sospeso”. Sotto si consiglia di andare sul sito Atac. Afferro il cellulare e apro il sito. In alto a destra c’è scritto qualcosa sullo sciopero in corso. Leggo: “Cancellazione di linee e soppressione di corse”. Tutto qui. Continuo a camminare. Via XX settembre, piazza Esedra. via Merulana. Incontro solo due vigili. Uno e due. Basta. Per fortuna venerdì torno a Lisbona.
F. Sa.