Le regionali siciliane di novembre aprono una lunga stagione elettorale che culminerà con le politiche dell’anno prossimo e finirà per ridisegnare la mappa del potere in Italia. Il momento è decisivo per tutti: da Renzi a Gentiloni, da Berlusconi a Salvini, da Grillo a Di Maio. Chi rischia di più sembra comunque il Movimento Cinquestelle che ha deciso di giocarsi la partita della vita, la Champions del governo nazionale e, proprio per questo, adesso scommette sul moderato Luigi Di Maio anche a costo di oscurare il fondatore Beppe Grillo.
Per il momento i sondaggi sembrano dar ragione alla coppia Casaleggio-Di Maio e il M5S continua a veleggiare in testa nei sondaggi sulle intenzioni di voto, nonostante il recente recupero del Pd renziano. Ma, come dimostra la leader britannica Theresa May, che ha voluto scommettere sul voto anticipato e ne è uscita a pezzi, fidarsi ciecamente delle rilevazioni demoscopiche è rischioso.
Per capire se la “meteorina” Di Maio ha veramente la possibilità di conquistare Palazzo Chigi, è comunque in arrivo un test che varrà più di qualsiasi sondaggio. Le elezioni di Ostia, dove il 5 novembre prossimo, cioè nello stesso giorno delle regionali siciliane, si voterà per il Municipio. A due anni dallo scioglimento per mafia e dal commissariamento.
Considerato da molti poco più di un quartiere, il Lido di Roma è invece una vera e propria città con 231 mila residenti: il doppio di Vicenza, il triplo di Pavia. Ma c’è di più: nel 2016, a Ostia un elettore su due ha votato per il partito di Grillo relegando il Pd, travolto dallo scandalo di “Mafia capitale” e dalle divisioni interne, ad un modestissimo 17 per cento.
Ora, dal momento che si tratta del Decimo municipio di Roma Capitale, il voto del 5 novembre servirà anche a misurare “l’effetto Raggi”, a capire cioè se peserà o no la disastrosa gestione della sindaca che dura ormai da un anno e mezzo. Insomma, se il Movimento sarà in grado di superare indenne la prova delle urne, di passare attraverso questa elezione municipale senza pagare lo scotto della fallimentare esperienza della giunta pentastellata capitolina. Comunque sia, è chiaro fin d’ora, che il risultato di Ostia, più ancora dell’esito in Sicilia, sarà per Cinquestelle un test nazionale. Come ha scritto Fabio Martini su La Stampa di Torino, a Ostia solo 15 mesi fa il partito di Grillo «aveva ottenuto un risultato che, ripetuto a livello nazionale, oggi gli garantirebbe la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento».
Per questa ragione se il 5 novembre prossimo il M5S scendesse sotto il 40 per cento e il Pd superasse la soglia del 20 andando al ballottaggio, paradossalmente Casaleggio e Grillo verrebbero dati per sconfitti, mentre Renzi e Gentiloni potrebbero far passare il risultato del loro partito come una mezza vittoria.