Evasione Atac, regna la confusione. L’azienda di trasporto urbano capitolina è riuscita o no a ridurre l’evasione? Ha venduto meno o più biglietti di autobus, tram e metropolitane? Il Corriere della Sera e l’Atac danno dei dati non solo diversi, ma opposti. Per il quotidiano milanese la situazione è peggiorata, per l’azienda è migliorata.
Evasione Atac, partiamo dai fatti assodati. Gran parte dei romani non paga né il biglietto né l’abbonamento. Nel 2016 l’evasione era del 25%. Lo scorso marzo l’Atac decise di ricorrere ai ripari: elevò il numero dei controllori, aumentò le multe fino a 200 euro, lanciò una campagna contro “i portoghesi” (come sono chiamati a Roma i viaggiatori senza biglietto) basata su uno spot televisivo all’insegna dello slogan: “Non farti riconoscere, paga il biglietto”.
Virginia Raggi s’impegnò in prima persona: «Dobbiamo imparare che pagare il biglietto è normale. All’estero lo facciamo, ma Roma sembra essere terra di nessuno. Noi ci stiamo impegnando per ottenere la normalità». La sindaca grillina della capitale aggiunse: «Dobbiamo ricordarci che l’Atac è di tutti e prenderci cura dell’azienda».
Ma “la normalità” secondo il Corsera non è arrivata. Anzi, la situazione si è aggravata, gli evasori sono aumentati e sono cresciute le persone che non usano più i mezzi pubblici. Nei primi otto mesi di quest’anno, secondo il Corriere della Sera, le entrate da biglietti e abbonamenti sono diminuite dell’1,5% (con una perdita di 2.764.00 euro) rispetto allo stesso periodo del 2016. Nelle altre province del Lazio, invece, gli incassi da ticket ed abbonamenti sono saliti del 5,4% (2,5 milioni di euro in più).
Tutt’altra lingua parla l’Atac: per i primi otto mesi del 2017 ha dato dati “positivi” rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un comunicato stampa sprizza gioia: «Particolarmente soddisfacente l’andamento dei ricavi dei titoli della rete Atac, aumentati del 53,1%». Sono cresciuti i controlli e le multe agli evasori: «Quasi 100 mila sanzioni, il 16% in più rispetto all’anno scorso». Inoltre «si registra la buona performance degli abbonamenti annuali Metrebus Roma cresciuti, fra gennaio e agosto 2017 in volume del 2,1%». Così «questo trend si accompagna al rilevante miglioramento registrato sul versante della lotta all’evasione».
Evasione Atac e biglietti: i dati contrastanti sono un mistero da chiarire. Un fatto è sicuro: l’Atac, sull’orlo del crac sotto il peso di 1,38 miliardi di euro di debiti, è stata ammessa dal tribunale di Roma alla procedura del concordato preventivo ed ora è guidata da tre commissari. Entro pochi mesi dovrà essere approvato un piano industriale lacrime e sangue e il destino è incerto per l’azienda e per i 12 mila dipendenti. Si farà del tutto per evitare il fallimento. La sindaca Raggi, proprietaria dell’Atac, ha assicurato che non ci saranno licenziamenti, ma si parla di una riduzione degli stipendi per contenere i costi.
I romani e i turisti non hanno in grande simpatia “l’azienda”, come è chiamata a Roma dai dipendenti e dai cittadini. Non c’è grande simpatia perché gli autobus non sono affidabili, solo sulla metropolitana si può fare un certo conto. I “mezzi” o passano con grandi ritardi, o si rompono (e in alcuni casi vanno perfino a fuoco) perché sono vecchi e con scarsa manutenzione, o non arrivano per niente perché le corse sono cancellate per i più diversi motivi. Se c’è un impegno di lavoro con un orario da rispettare scrupolosamente la soluzione autobus è da tempo cancellata.
I romani sono furibondi. Il problema non è il prezzo di 1,5 euro del biglietto ma l’alto costo complessivo e la qualità del servizio. I passeggeri pagano quattro volte il trasporto urbano: biglietto, Irpef comunale, regionale e nazionale. Il conto totale è salatissimo, ma il servizio è pessimo. Di qui la scelta di molti di non pagare il biglietto o di non prendere più l’autobus.