Silvio Berlusconi è scoppiettante. Berlusconi il mago delle campagne elettorali ha acceso i fuochi d’artificio per le politiche del 4 marzo: Forza Italia «può arrivare al 30% dei voti» e il centro-destra «potrà vincere e governare con il 40%». Non si sente più “un vecchietto” di 81 anni, come gli è capitato in passato, con sulle spalle una delicata operazione al cuore. Sprizza vitalità: «Dentro di me mi sento un quarantenne». Rilancia l’antico progetto della rivoluzione
liberale: «Dobbiamo ridare una speranza agli italiani delusi da una vecchia politica». S’impegna per l’efficienza e la competenza: formerà un governo con soli 20 ministri per la grande maggioranza provenienti dalla società civile e non dalla politica.
L’ex presidente del Consiglio accarezza il ceto medio e i ceti popolari impoveriti dalla Grande crisi economica. Avanza proposte d’oro per tutti: in testa l’abbattimento delle imposte con l’introduzione della cosiddetta flat tax (la tassa piatta sostitutiva di tutte o di parte delle invise aliquote Irpef). La soglia sarà «la più bassa possibile». Garantisce: non salteranno i malandati conti pubblici italiani perché con il taglio della tasse saliranno gli investimenti, l’occupazione, il gettito tributario. In sintesi: la flat tax «si finanzia da sola».
Berlusconi il mago. Il presidente di Forza Italia al Il Corriere della Sera e a Radio 101 ha esposto un programma di governo da sogno. Ai 4.750.000 italiani che vivono in condizioni di povertà ha promesso zero tasse e «un reddito di dignità» di 1.000 euro al mese (la somma varierà secondo la zona del Paese in cui si abita e al numero dei figli). Ai giovani assicura un lavoro, attraverso «un totale sgravio fiscale per le aziende che assumeranno giovani con contratti di apprendistato e di primo impiego per tre anni».
Agli anziani, invece, prospetta una pensione minima di «mille euro al mese». Per le mamme invoca «un’attenzione particolare» perché «hanno il diritto di trascorrere una vecchiaia serena» (anche qui sembra pronto un sostegno di 1.000 euro al mese). Strizza l’occhio anche agli animalisti rilanciando la proposta di «agevolazioni fiscali per chi si prende cura di un animale domestico».
Berlusconi il mago rassicura i risparmiatori: «Non permetteremo che siano tassati due volte» né i risparmi né gli investimenti; niente imposte «sulla successione e le donazioni»; nessuna tassa “sulla prima casa e sulla prima auto».
È scattata una raffica di critiche. Matteo Renzi le definisce «promesse in libertà». Il segretario del Pd ha fatto i conti: «Siamo già oltre 150 miliardi…Come le paga?». Luigi Di Maio si ribella perché «il reddito di dignità» copia «il reddito di cittadinanza» del M5S. Il candidato presidente del Consiglio dei cinquestelle scandisce: «Quando saremo al governo ci ricorderemo questa dichiarazione. Lo chiama reddito di dignità per nascondere che ci copia». Angelo Bonelli insorge sulla tutela degli animali. Il leader dei Verdi ironizza: «Berlusconi difensore degli animali? Come affidare la cura di un gregge a un lupo!».
Accuse e sarcasmi. Ma Berlusconi il mago va preso con le molle, va fortissimo nelle campagne elettorali. Con le promesse mirabolanti, che spesso colgono problemi veri, ha vinto tante campagne elettorali divenendo presidente del Consiglio. Ha mietuto grandi successi in passato con promesse tipo «un milione di nuovi posti di lavoro». Molte non sono mai state realizzate, come il taglio delle tasse e la riduzione delle aliquote Irpef a soli tre scaglioni. Altre volte gli impegni sono stati mantenuti come nel caso dell’abolizione delle tasse sulla prima casa.
Gli italiani lo conoscono bene. Dal 1994, nonostante le disavventure giudiziarie, domina la scena politica italiana dal governo o dall’opposizione. Alla guida di governi con la destra di Fini e la Lega Nord di Bossi ha realizzato solo in minima parte le promesse elettorali. Il fondatore di Forza Italia, del Pdl e della Fininvest nel novembre del 2011 fu disarcionato da Palazzo Chigi dallo “spread” alle stelle e fu sostituito dal tecnico Mario Monti. Poi nel 2013 arrivò la condanna per frode fiscale (scontata con i servizi sociali di assistenza agli anziani) e collegata alla sanzione dell’incandidabilità. Tutti lo davano per finito, invece adesso è risorto. Berlusconi non sarà un mago del governo, ha perso il seggio da senatore e il titolo di Cavaliere, ma è un mago delle campagne elettorali. Sa usare bene i media e può sempre contare sulla potente flotta editoriale di proprietà sua o della famiglia: le tv Mediaset, le radio Fininvest e Il Giornale. È spiritoso. Alla domanda su a chi punta come presidente del Consiglio, un giorno fa un nome, poi ne fa un altro e alla fine dice: «Penso a un certo Berlusconi!». Matteo Salvini, l’alleato leghista che reclama per sé la presidenza del Consiglio, è avvertito.