Alle volte si affacciano sul “balcone” della storia degli eventi straordinari che cambiano improvvisamente la faccia del mondo. La rivoluzione bolscevica di un secolo fa è l’evento straordinario ricostruito da Sergio Gentili, un discepolo laico di quell’enorme e lontano terremoto politico. Il titolo del libro, Bordeaux edizioni, va sul senso dell’opera: «Questo è un fatto e i fatti sono ostinati». Il sommario dà la cornice: «Lenin e l’Ottobre ’17. Una lettura politica».
Il volume verrà presentato in un dibattito alla Biblioteca Elsa Morante di Ostia, via Adolfo Cozza n. 7, la mattina di sabato 27 gennaio. Partecipano alla presentazione Michele Prospero e Roberto Ribeca. Modera Paola Pau, è presente Sergio Gentili.
L’autore demolisce molti luoghi comuni sull’ineluttabilità della rivoluzione comunista e sul monolitismo d’apparato del partito bolscevico. La stessa mitica guida rivoluzionaria di Vladimir Lenin non ebbe vita facile nei dieci mesi decisivi che sconvolsero il mondo. Dal febbraio 1917 (rivoluzione liberale con la nascita del governo socialdemocratico di Alessandro Kerenskij) all’ottobre 1917 (presa del potere dei bolscevichi) Lenin faticò per imporre in Russia il ricorso alle armi per abbattere lo zar Nicola II e dare vita alla nuova era del regime comunista.
Tra i bolscevichi c’erano molti dubbi sulla scelta del “colpo di mano” voluto da Lenin, sull’obiettivo di combattere contro tutti: la monarchia russa, la borghesia, i liberali, i menscevichi e i socialisti rivoluzionari. Un congresso straordinario, due risoluzioni votate a maggioranza dal comitato centrale decisero la strada dell’insurrezione armata, ma Lenin fu costretto perfino a minacciare le dimissioni per ottenere la svolta rivoluzionaria vista da molti bolscevichi come una via poco praticabile. Il capo rivoluzionario, incredibilmente, rischiò anche di andare in minoranza perché il partito bolscevico russo era ancora una forza animata da molte personalità diverse e a maglie larghe. Le sofferenze e le atrocità della Prima guerra mondiale aiutarono la strategia dell’immediato sbocco rivoluzionario e armato. Soldati, operai e contadini affamati e sfruttati erano pronti per la svolta rivoluzionaria.
Si può dare una valutazione positiva dell’Ottobre come “una nuova era della storia” nella quale le classi subalterne sono andate al potere sconfiggendo il sistema capitalista. Oppure si può dare un giudizio senza appello negativo come “un orrore della storia” perché nacque una terribile e sanguinaria dittatura crollata solo nel 1991, 74 anni dopo. I giudizi possono essere molto diversi ma un dato è sicuro: la rivoluzione russa cambiò l’asse della storia per un secolo in nome degli ultimi e dei proletari. Come sostiene Gentili «Questo è un fatto e i fatti sono ostinati».
Certo la storia è fatta di continui cambiamenti politici e anche di rivoluzioni. Quando le condizioni di sfruttamento sociale ed umano diventano insopportabili, risulta naturale uno sbocco rivoluzionario violento o pacifico. Certo, scrive Sergio Gentili guardando al passato e al presente, non è possibile indicare «modelli rivoluzionari per tutti gli orologi, per tutte le latitudini e per tutte le lingue, come credevano i terzinternazionalisti».
Dal 1917 al 2018 il mondo è radicalmente mutato però adesso come allora le ingiustizie e le disuguaglianze sociali sono diventate molto forti. Cosa fare? Sergio Gentili indica un metodo: «È indispensabile trovare nella conoscenza dell’oggi e nella riflessione sul passato, le nuove vie della liberazione delle persone dalla povertà, dal degrado ecologico, dalle guerre e dallo sfruttamento sociale e culturale».
Leggere fa bene in genere e, in particolare, fa bene scorrere questo libro. «Questo è un fatto e i fatti sono ostinati» è un libro che aiuta a capire come non sia possibile accantonare gravi problemi sociali perché alla fine la protesta emerge e le risposte non sempre possono essere positive. Possono spuntare anche soluzioni politiche autoritarie che cancellano libertà e democrazia. Ma questo è un altro capitolo di discussione.
R.Ru.