Un murales di 810 metri quadrati opera di tre artisti. I 270 metri del muro di cinta dell’ospedale Lazzaro Spallanzani in via Folchi a Roma diventano un libro sulla ricerca contro le malattie infettive. È anche la storia degli 80 anni di vita dello Spallanzani.
L’imponente murales sarà presentato venerdì 2 febbraio alle ore 12 alla Galleria Nazionale di Roma in viale delle Belle Arti n.131. Viene illustrato il grande lavoro di “street art” in via Folchi. Intervengono il soprintendente Speciale Archeologia, Belle Arti e paesaggio di Roma Francesco Prosperetti, il capo di gabinetto del Mibact Tiziana Coccoluto, il direttore generale dell’ospedale Spallanzani Marta Branca, il curatore Matteo Colavolpe. Sono presenti anche i tre artisti autori dell’opera: Andrea Marrapodi in arte Kiv per i fondi, Gregorio Pampinella per i volti e Daniele Tozzi per la parte calligrafica.
L’intento dei tre autori è una vera e propria Hall of Fame della scienza lungo i 270 metri del muro di cinta dell’ospedale della capitale, dedicato al famoso biologo del 1700 Lazzaro Spallanzani. I soggetti, sottolinea un comunicato stampa, sono i volti di 13 scienziati e ricercatori con un messaggio, “Lessons from the Past, Challenges for the Future”, per celebrare i grandi uomini che hanno scritto la storia della ricerca sulle malattie infettive e lanciare un messaggio di speranza verso il futuro. I tre artisti hanno messo assieme le loro forze e le diverse tecniche che li contraddistinguono (dall’uso di tinte allo spray, dall’illustrazione alla calligrafia) per creare una grande opera collettiva che ne celebra un’altra: la ricerca.
Lo Spallanzani compie 80 anni. L’ospedale, continua la nota stampa, rappresenta una delle eccellenze della nostra ricerca che ha raggiunto un traguardo considerevole e dimostra tutta la sua capacità di adattarsi al mondo scientifico attuale, alle esigenze di una società che sempre di più ha la necessità di essere “curata” e “protetta”. Ed è stata questa linea guida – la possibilità di inserirsi nell’attualità e nella vivacità di Roma – che ha permesso all’arte di entrare a pieno titolo nella città per far conoscere l’eccellenza dello Spallanzani e la sua storia.
Nasce dalla dirigenza dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive (in sigla Inmi) Spallanzani l’idea di un murales che offra a chi entra nell’ospedale una visione moderna, gioiosa e piena di “futuro” e nello stesso tempo storicizzata delle malattie infettive, facendo conoscere le scoperte che in questo campo sono state fatte dai padri fondatori della microbiologia.
Generazioni diverse sono a confronto su un murales che vuole dialogare con quello che spaventa (la malattia) e quello che rassicura (la ricerca). Si tratta di uomini che hanno lasciato un segno indelebile per il futuro e che vengono ora celebrati con l’arte più moderna e attuale di questo momento. È un lavoro che in questo modo vuole avvicinare alle nuove generazioni questi grandi personaggi del passato, per creare un ponte con esse e lanciare un forte messaggio di speranza con cui affrontare le sfide del futuro.
Il desiderio dello Spallanzani tutto è che l’ospedale possa uscire da una visione comune di solo luogo di sofferenza e cura, per acquisire anche una nuova vita legata alla crescita culturale, all’arte e alla “rinascita”. L’arte ha anche questa funzione di risanamento, la speranza è «di dare conoscenza, interesse e ‘guarigione’».