Molte volte l’immagine di un’opera d’arte è più efficace di tante parole. Il bacio sulla bocca tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini è efficacie, efficacissimo. Rappresenta l’intesa, un tempo impensabile, tra le due forze populiste ed anti sistema italiane convertitesi dall’opposizione totale al governismo: il M5S e la Lega. Il bacio sulla bocca tra due omosessuali da qualche tempo è stato sdoganato nei costumi italiani, così avviene in politica per un accordo tra i due partiti d’opposizione anti élite in precedenza in forte conflitto anche tra loro.
Nel murale dipinto in via del Collegio Capranica a Roma, a un passo dalla Camera, si vedono il capo politico dei cinquestelle e il segretario leghista avvinghiati in un bacio appassionato mentre dietro di loro c’è un cuore rosso. L’autore dell’opera è Tvboy, all’anagrafe Salvatore Benintende, un artista di strada palermitano classe 1980. Il murale, battezzato Amor Populi, ha anticipato il tumultuoso e difficile avvicinamento tra M5S e Carroccio: giovedì 22 marzo è stato rapidamente dipinto, il 24 è decollata l’intesa tra Di Maio e Salvini sulle presidenze delle Camere: Roberto Fico, M5S, è stato eletto a Montecitorio e Maria Elisabetta Alberti coniugata Casellati, Forza Italia, al Senato.
Una settimana di snervanti trattative riservate e ufficiali, di frenetiche riunioni formali e segrete, di caotici contatti e di telefonate alla fine hanno prodotto il complicato accordo a due, subìto da Silvio Berlusconi (il suo candidato al Senato era Paolo Romani) e passato sulla testa di Maurizio Martina, il reggente del Pd dopo le dimissioni di Matteo Renzi da segretario. Entrambi ne sono usciti esausti. Salvini, nei giorni caldi dei negoziati continui con Di Maio per le presidenze di Camera e Senato, ha confessato: «Lo sento più di mia madre». Il capo del M5S lo ha elogiato perché «sa mantenere la parola data». Prima delle elezioni i due candidati alla presidenza del Consiglio bocciavano seccamente l’ipotesi di un esecutivo M5S-Lega, la prima forza della protesta di sinistra-destra, la seconda di quella della destra nazionalista. Poi è seguito un rapido e cauto disgelo.
Dopo il bacio che ha aperto la strada all’accordo sulle presidenze delle Camere, ora si passa alla partita più difficile, quella del governo. Dopo Pasqua cominceranno al Quirinale le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il M5S e la Lega hanno vinto solo a metà alle elezioni politiche del 4 marzo: né i primi hanno la maggioranza per governare pur essendo diventati il primo partito italiano con il 32,8% dei voti, né i secondi anche se guidano il centro-destra (il Carroccio ha superato Forza Italia), una coalizione forte del 37%. Il segretario leghista spinge forte per un accordo tra il centro-destra con i cinquestelle: «Io mi auguro che ci sia». E ha indicato anche una mediazione per superare i contrasti sul reddito di cittadinanza, trasformando la proposta del M5S da assistenziale a strumento per trovare lavoro. Di Maio viaggia sulla stessa lunghezza d’onda, ma ha ripetuto di voler parlare con “tutti” (potrebbe anche riaprire la porta al Pd). Beppe Grillo, storicamente contrario ad ogni tipo di alleanza, sembra invece dare via libera a un esecutivo con il Carroccio. Il garante dei cinquestelle ha detto ai cronisti davanti all’Hotel Forum, l’albergo nel quale alloggia quando viene a Roma: «Di Salvini ci si può fidare».
Niente è scontato. I punti di contatto tra le due forze populiste sono molti insieme ai dissensi. Poi c’è il problema del bilancio pubblico. Sono pesanti i programmi di spesa e di tagli alle tasse dai costi altissimi per i già malandati conti pubblici e la debole ripresa economica italiana. Si tratta di promesse elettorali popolari che hanno permesso di vincere le elezioni e che adesso è complicato mantenere.
C’è da fare i conti anche con gli ostacoli delle ambizioni personali, esiste la competizione tra i due candidati per Palazzo Chigi. Sia Salvini e sia Di Maio vogliono l’incarico da presidente del Consiglio e il primo, dopo aver rinunciato alla direzione di una Camera, lo rivendica per sé o, comunque, per un uomo da lui scelto.
Nel murale di via del Collegio Capranica, rimosso con insolita rapidità dall’amministrazione grillina di Roma, Salvini sovrasta Di Maio nel bacio d’amore. Forse per l’artista c’è una indicazione politica. Il bacio sembra tirare la volata ad un governo M5S-Lega. Staremo a vedere se nascerà un esecutivo Di Maio-Salvini (con Berlusconi spintonato fuori dai cinquestelle) e da chi sarà guidato. Il murale, comunque, ricorda un altro bacio sulla bocca: quello tra Erich Honecker e Leonid Brezhnev, immortalato in una celebre foto scattata nel 1979 in occasione dei trent’anni di vita della Repubblica Democratica Tedesca. Nel bacio tra i due capi di Stato comunisti, poi riportato in un murale sul Muro di Berlino destinato a crollare, non c’erano dubbi: Brezhnev sovrastava nettamente per importanza il vassallo Honecker.