«A ottobre l’autobus non farà più il giro? Andrà dritto?». Guardo i lavori a ponte Principe e azzardo una previsione. L’autista al volante non si sbilancia: «Speriamo! Vedremo!». Un passeggero romano interviene all’insegna di un secolare realismo: «Aho, già che hanno cominciato a lavora’ è un miracolo!».
Da ben due anni il ponte Ponte Principe Amedeo Savoia Aosta è chiuso al traffico pesante e passano solo le auto e i furgoni. Dall’aprile del 2016 gli autobus, i pullman turistici e i camion provenienti da via Gregorio VII non attraversano più il ponte per andare al centro, a corso Vittorio Emanuele II, ma sono costretti e percorrere un lungo giro vizioso sui due lati del Lungotevere. Esasperazione, traffico impazzito, super inquinamento dei gas di scarico dei motori provocano una miscela esplosiva. L’afa asfissiante estiva fa da detonatore.
Il calvario sta per finire secondo Virginia Raggi: «I cantieri dureranno circa tre mesi e presto potremo restituire il ponte ai cittadini evitando così ai mezzi pubblici di fare deviazioni e tragitti più lunghi». La sindaca grillina di Roma ha fornito anche i particolari sul costo dei lavori («un importo di circa 253 mila euro») e sul tipo d’intervento («sarà messo in sicurezza un fornice secondario di scarico idraulico del ponte e saranno rifatti i marciapiedi e la pavimentazione stradale»).
Dal 2 luglio sono cominciati i lavori a ponte Principe e il traffico di auto è incanalato sulla metà del ponte rimasto aperto al transito di vetture. Ponte Principe, come lo chiamano per brevità i romani, o ponte Pasa, come è battezzato con un terribile acronimo dalla burocrazia del Campidoglio, è uno snodo importante: collega Roma nord, San Pietro, ospedali (San Carlo di Nancy e Villa Betania) e alberghi con il centro della città e il Santo Spirito (un altro ospedale); è un passaggio vitale per migliaia di romani e di turisti in transito ogni giorno.
Sull’asfalto del ponte si era aperta una fessura che si stava allargando. Di qui la decisione di chiudere l’accesso ai mezzi con un peso superiore ai 35 quintali. Così da due anni e tre mesi le linee Atac 40, 46, 62, 98, 881, 916, n5, n15 e n20 invece di attraversare ponte Principe girano a destra per il Lungotevere Gianicolense, passano su ponte Mazzini, girano a sinistra per il Lungotevere dei Sangallo per arrivare infine alla meta di corso Vittorio Emanuele II. Gli autobus erano e sono obbligati a questo “percorso di guerra” mentre i pullman e i camion in genere percorrevano ponte Principe in assenza dei vigili urbani.
La Raggi ha annunciato la fine di questo calvario: quando finiscono i lavori «restituiamo così il ponte ai cittadini». Speriamo. Speriamo che siano rispettati i 90 giorni previsti per completare i lavori a ponte Principe di messa in sicurezza. Speriamo che tutto sia sistemato per ottobre perché solo per impiantare il cantiere ci sono voluti oltre due anni. Ponte Principe malato adesso è in sala operatoria, è “sotto i ferri” e tutto può succedere.