Virginia Raggi è in caduta libera e Salvini prenota il Campidoglio. Non ci vuole un grande acume politico per interpretare le parole del leader del Carroccio sulla sindaca Cinquestelle. Quel «non è tutta colpa sua, ma poteva far meglio» arrivato al termine d’una settimana terribile. La peggiore vissuta dalla povera donna nei suoi due anni e mezzo di governo della capitale.
Settimana iniziata il 19 ottobre con il ritrovamento del corpo di Desirée, la sedicenne di Cisterna drogata, stuprata e uccisa in uno stabile abbandonato di San Lorenzo. La notizia scuote la città e il rione si mobilita contro il Campidoglio per lo stato di degrado del rione del quale in precedenza ha parlato Sfoglia Roma, mentre Salvini si precipita a San Lorenzo per toccare con mano “lo schifo” del quartiere (un attacco alla giunta Raggi), promettendo legalità e tolleranza zero.
Chiaro il tentativo di ripetere l’operazione riuscita 8 mesi fa dopo l’omicidio di un’altra ragazza, Pamela Mastropietro, fatta a pezzi da un nigeriano. Seguì un raid con 6 feriti organizzato dal militante leghista Luca Traini. Salvini condannò il gesto di Luca Traini ma aggiunse che era motivato dall’immigrazione “fuori controllo”. E da quel momento cominciò a volare nei sondaggi elettorali.
Ma torniamo alla capitale. Il 23 ottobre ecco l’improvviso cedimento d’una scala mobile nella stazione metro di Repubblica gestita dall’Atac. 24 feriti. E poteva andare peggio. Ma, siccome erano tifosi russi che stavano andando allo stadio Olimpico per assistere a una partita di Champions League, la sindaca nella sua prima dichiarazione a caldo, cerca di avallare (con un “sembra”) l’ipotesi che i tifosi del Cska stessero saltando e ballando sui gradini della scala. Salvo scoprire poco dopo che nelle ultime settimane si era guastata quattro volte.
Sabato 27 ottobre arriva la prima protesta di piazza contro la giunta Cinquestelle. Migliaia di romani manifestano in Campidoglio contro il degrado della capitale, con l’hashtag: “Roma dice basta” e al grido di “Raggi dimettiti” accompagnato dalla musica di “Ricominciamo”. Ci sono anche cartelli spiritosi, tipo “Nun te Raggi più…”. La botta è forte. La manifestazione è stata organizzata dal basso, via Internet e al di fuori dei partiti. Per dire “basta” alle buche che diventano voragini, alla città che si allaga appena piove, all’immondizia che trabocca dai cassonetti, agli alberi che cadono in strada, ai parchi in completo abbandono, al trasporto pubblico al collasso.
E la sindaca? Incassa e cerca di minimizzare. Come al solito. Dice che i manifestanti di sabato 27 non erano semplici cittadini, ma militanti del Pd. Risponde anche a Salvini: «Io non mollo».
Ma potrebbe essere costretta a farsi da parte a breve. Il suo destino è legato – tanto per cambiare – a una decisione della magistratura. Alla sentenza (prevista per il 10 novembre prossimo) legata al processo che la vede imputata per falso sulla nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele, all’epoca braccio destro della sindaca) a capo del Turismo capitolino. Lei in Tribunale ha sostenuto di aver deciso quella nomina in assoluta autonomia e di aver fatto tutto da sola. Ma, in caso di condanna, sarà costretta comunque a lasciare il Campidoglio nelle mani di un commissario che dovrà preparare le elezioni anticipate. Se lo scenario è questo, si capisce perché Matteo Salvini si è già messo in marcia su Roma.