Cala un po’ la paura, spunta il soccorso populista. I titoli del debito pubblico italiano e la Borsa di Milano, dopo un mese disastroso, risalgono la china: il 29 ottobre è stato un lunedì di speranza. Lo spread è ridisceso sotto quota 300, chiudendo la seduta a 295 punti dai 311 di venerdì. A gonfie vele Piazza Affari che ha guadagnato l’1,91%.
Qualcuno nei mercati internazionali non ha più venduto ma invece ha comprato Bpt, Bot, titoli ed azioni italiani. Il governo Lega-M5S, in allarme rosso, ha tirato un sospiro di sollievo. Probabilmente alcuni grandi fondi d’investimento americani hanno comprato a piene mani. Giuseppe Conte aveva scommesso sull’aiuto di Donald Trump dopo l’amichevole incontro del 30 luglio alla Casa Bianca. Il presidente del Consiglio ai primi di agosto aveva fatto riferimento a possibili investimenti americani: «Steven Mnuchin, segretario al Tesoro Usa, ha dichiarato che l’Italia non rappresenta un fattore di rischio. Stesso concetto lo ha espresso anche Jp Morgan. In mezzo a tante voci che alimentano un dannoso allarmismo, queste invece confermano la solidità dei fondamentali dell’economia italiana».
Soccorso populista. Il presidente statunitense con un tweet aveva rincuorato Conte: «Sta lavorando molto duramente sull’economia italiana. Avrà successo». Trump aveva elogiato Conte prima al vertice del G7 tenuto a giugno in Canada («Ha ragione al 100% Giuseppe» sull’ingresso della Russia nel G8) e poi nei colloqui alla Casa Bianca: «Io e Conte siamo entrambi due outsider della politica». Il presidente del Consiglio concordava: «Siamo due leader estranei all’establishment».
Sarà un caso ma la sera di venerdì 26 ottobre Standard & Poor’s, al contrario di Moody’s, non ha declassato l’Italia. L’agenzia di rating americana, pur criticando le linee della manovra economica 2019 grillo-leghista, per ora non ha abbassato l’affidabilità dei titoli del debito pubblico. Così l’incubo della bancarotta si è allontanato.
Il governo giallo-verde è mobilitato a caccia di tutti i possibili, impavidi acquirenti di Btp e Bot. Le simpatie politiche dei populisti Vladimir Putin e Donald Trump per l’esecutivo populista italiano, ampiamente ricambiate, possono essere una soluzione.
Soccorso populista. Putin è ancora più pronto di Trump ad aprire il portafogli. Il 24 ottobre, nell’incontro a Mosca con Giuseppe Conte ha annunciato la sua disponibilità: «Non c’è nessuna remora politica all’acquisto dei vostri titoli di Stato» perché «l’Italia ha basi economiche molto solide». Il presidente del Consiglio ha aperto la porta all’offerta: se la Russia «volesse comprarli farebbe un affare. Visto che la nostra economia è solida».
Il presidente della Federazione russa apprezza soprattutto un fatto: il governo penta-leghista è l’esecutivo che più si è speso e si spende per l’abolizione delle sanzioni economiche occidentali contro Mosca causate dall’annessione della Crimea, una delle regioni dell’Ucraina. Il capo del Cremlino è molto apprezzato dai cinquestelle e, soprattutto, dai leghisti. Matteo Salvini non ne fa mistero. Quando il segretario della Lega, vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno a metà ottobre è andato a Mosca ha proclamato: «In Russia mi sento a casa mentre in alcuni Paesi europei no». Quindi, tra il serio e il faceto, ha invitato ad acquistare Btp e Bot: «Se avete titoli di Stato da comprare, noi abbiamo bisogno di venderne per qualche miliardo alle prossime aste». Soccorso populista.
Lo spread fa paura. La commissione europea ad ottobre ha bocciato la bozza di manovra economica del governo Conte-Salvini-Di Maio sollecitando “una revisione” perché è una deviazione “senza precedenti” delle regole sull’euro: e lo spread, già in aumento da maggio, è esploso fino a 340 punti (il livello più alto dal 2013). Anche se smentita dal “governo del cambiamento” riemerge l’ipotesi di una patrimoniale. Karsten Wenddorff, economista della Bundesbank, ha proposto un investimento forzoso: i risparmiatori italiani dovrebbero usare il 20% del loro patrimonio finanziario per comprare titoli di Stato “di solidarietà”. Sarebbe un investimento forzoso, con un rendimento, che dimezzerebbe il debito pubblico.
Lo scontro con Bruxelles è rovente, il dialogo per una mediazione è appeso a un filo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno rispedito al mittente le critiche con toni bellicosi: intendono realizzare le costose promesse elettorali che «aspettano 60 milioni di italiani». Il capo politico cinquestelle ha attaccato il presidente della Bce Mario Draghi: «Avvelena il clima ulteriormente». Il segretario leghista se l’è presa con la commissione europea: «Non attaccano un governo, ma un popolo».
L’Italia rischia il crac finanziario se lo spread varcherà quota 400-500. I populisti Putin e Trump hanno interesse a trasformare l’Italia populista, isolata in Europa, in un loro alleato subalterno. L’Italia, l’Unione europea e l’euro rischiano.