Alle volte il destino è strano e crudele. Un paio di scarpe troppo grandi possono rovinare la vita di un uomo: prima da
bambino e poi da adulto. Il karma in un paio di scarpe narra la storia ad “alta velocità” di Antonio da Nocera, classe 1960, finito nel tritacarne della vita per un paio di scarpe troppo grandi.
Il libro di Orietta Cicchinelli, Tuga Edizioni & Tony Lupetti, nelle librerie a 10 euro, racconta la vicenda di un bambino povero, ultimo di sette fratelli, che andava a scuola con le scarpe troppi grandi del padre e per questo era deriso dai compagni di classe. Quelle scarpe troppo grandi hanno portato quel bambino intelligente su una brutta e travagliata strada: quella del crimine, della camorra, del carcere, del pentimento.
Il romanzo Il Karma in un paio di scarpe sarà presentato domenica 11 novembre, ore 17, alla Mondadori Bookstore Roma del Centro Commerciale Aura Vincenzo Pultrone (fermata del metrò Valle Aurelia). Nel libro la storia di Antonio, precisa un comunicato stampa, s’intreccia con quelle di personaggi ai limiti del surreale, negli anni delle guerre di camorra tra cutoliani e nuovi camorristi, in cui l’ex bambino con le scarpe troppo gradi si ritrova a combattere una guerra non sua. E tutto a causa di un paio di scarpe.
Protagonista dell’opera è Antonio, ex camorrista, incontrato per caso, come racconta la stessa autrice nel prologo, una mattina d’aprile. Orietta Cicchinelli, giornalista e scrittrice, spiega: «Aveva letto il mio libro Hijo de puta-La parabola di un legionario e mi disse di avere una bella storia da raccontare. Così iniziò a snocciolare i suoi ricordi che richiamavano fatti di cronaca lontani da me, fatti noti e meno noti. Senza indagare troppo su vicende di malavita organizzata e dintorni (che si possono trovare ben ricostruite in tomi-inchiesta, a mia volta consultati e citati in bibliografia) ho voluto concentrarmi sull’uomo e sui suoi trascorsi».
Perché il libro? Orietta Cicchinelli è attratta dalla trama della vita di Antonio: «M’incuriosiva. Dunque posso senz’altro affermare che questo non è un libro inchiesta né vuol essere uno studio sul fenomeno camorra. Non è un libro verità, ma è solo lo sguardo sul mondo di un personaggio particolare, il più silenzioso socio del club di biliardo gestito da mio fratello, un uomo che aveva bisogno di raccontarsi».