Un pranzo luculliano. Il motto è rimasto scolpito nel linguaggio di tutti i giorni a distanza di più di duemila anni. Lucio Licinio Lucullo sbalordì Marco Tullio Cicerone e altri amici con un pasto ricchissimo e squisito: frutti di mare, asparagi, scampi, pasticcio d’ostrica, porchetta, pesce, anitra, lepre, pavoni, pernici frigie, murene, storione di Rodi, dolci e vini.
Le stranezze della storia. Lucullo, console, convinto sostenitore di Silla, fu un brillante generale ed oratore, un raffinato intellettuale e scrittore con una sterminata biblioteca, tuttavia è ricordato soprattutto per i suoi prelibati e sfarzosi banchetti. Fu anche un innovatore in cucina, in agraria e nella pescicoltura. Dopo aver conquistato per la Repubblica Romana il Ponto e parte dell’Armenia importò in Italia gli alberi di ciliegio e di albicocco. Nella sua villa di Baia impiantò un allevamento di pesci pregiati: aragoste, murene, gamberi.
Un appassionato della cucina dell’antica Roma è Giorgio Franchetti. Domenica 18 novembre, dalle ore 11.00 alle 13.00, nella Sala della Legnaia del Castello di Santa Severa, c’è la presentazione letteraria del libro A tavola con gli antichi romani scritto dal divulgatore storico Giorgio Franchetti (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Al termine, annuncia un comunicato stampa, è fissata una degustazione di alcune pietanze ”romane” ricostruite sulla base di antiche ricette dall’archeocuoca Cristina Conte. L’evento è organizzato da Edizioni Efesto in collaborazione con Regione Lazio, LAZIOcrea, Mibac, Comune di Santa Marinella e Coopculture.
A tavola con gli antichi romani spazia su tanti temi. Tante sono le curiosità e le scoperte sull’evoluzione del cibo e dell’alimentazione. Come e cosa mangiavano gli antichi romani, tanto da essere definiti da Plauto, vissuto tra la seconda metà del III e gli inizi del II secolo avanti Cristo ”mangiatori di polenta“, perché la polenta di farro era onnipresente nei pasti tipici dei nostri antenati.
Ma si parlerà anche dei traffici di cibo lungo tutto il bacino del Mediterraneo e, di conseguenza, della conservazione del cibo in epoca romana. Un capitolo interessante per scoprire come fecero gli antichi romani a risolvere un problema immenso e importantissimo come quello della conservazione dei cibi, dal momento che non potevano compiere quel gesto così consueto che mille volte al giorno facciamo: aprire e chiudere un frigorifero. In A tavola con gli antichi romani trovano spazio, oltre a tanta storia, tantissime interessanti ricette, riprese da Apicio, da Catone, da Varrone e da Columella.
Nel libro e nella presentazione si parlerà delle moltissime analogie con abitudini, superstizioni, modi di fare e dettagli della vita quotidiana e del cibo che sono ancora fermamente radicati nella nostra società moderna, e si scoprirà anche come su alcuni argomenti sia stata fatta cattiva informazione. Molti luoghi comuni legati all’alimentazione dei Romani, come ad esempio quelli sul famigerato garum, sono frutto di errata trascrizione o dovuti ai millenni che ci separano dai Romani, e in questo libro vengono affrontati e riportati alla loro giusta dimensione, una volta per tutte.