I pensionati italiani all’estero a zero tasse o a imposte ridotte potrebbero tornare in patria, ma chi è in Italia continuerà a restare a bocca asciutta. Così i pensionati italiani potrebbero essere spinti ad andare all’estero. La beffa per i pensionati che risiedono in Italia è giunta con la legge di Bilancio 2019. Il maxi-emendamento con il quale il governo penta-leghista ha cambiato al Senato la manovra economica,ha lasciato l’amaro in bocca ai pensionati del Belpaese e ai lavoratori aspiranti a lasciare il lavoro.
In sintesi: se la Camera approverà in terza lettura la legge di Bilancio sempre con il voto di fiducia, pagheranno solo una flat tax del 7% unicamente i pensionati che dall’estero decidono di trasferirsi in una regione del Sud (Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia). Più esattamente: i pensionati stranieri e italiani, che da almeno 5 anni si sono trasferiti all’estero, potranno usufruire del forte sconto fiscale se decideranno di risiedere nei paesi con una popolazione non superiore a 20 mila abitanti situata nel nostro meridione. Le entrate sono destinate all’istituzione di poli universitari tecnico scientifici nel Mezzogiorno.
È un progetto che prende spunto dal cosiddetto “modello Portogallo”, del quale aveva parlato lo scorso agosto Matteo Salvini ed alcuni esperti economici della Lega, suscitando l’entusiasmo di tanti pensionati. Il segretario del Carroccio, vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno prima fece una premessa: «Ci sono migliaia di pensionati italiani che vanno in Spagna e Portogallo per non pagare le tasse sulle pensioni». Poi lanciò l’idea: «Proporrò una zona di esenzione fiscale anche in Italia». L’obiettivo del progetto era doppio: 1) alleggerire le pensioni dalle imposte eccessive, 2) aiutare lo sviluppo economico e l’aumento dell’occupazione (soprattutto nel turismo e nel commercio) nell’Italia meridionale, in grave crisi, grazie all’arrivo degli assegni previdenziali incassati dagli anziani.
In Portogallo i pensionati stranieri residenti per almeno sei mesi e un giorno l’anno sono completamente esentasse. Le “pantere grigie” sono piovute da tutto il mondo per godere delle imposte zero e il paese lusitano sta godendo di un forte processo di sviluppo economico, grazie anche alla valanga di euro spesi dai lavoratori a riposo.
In Europa e nel mondo sono tanti i paesi che attirano i pensionati con tasse zero o con forti sconti fiscali. I pensionati italiani emigrati all’estero sono circa 400 mila, vivono in oltre cento paesi diversi e incassano assegni previdenziali per oltre un miliardo di euro dall’Inps. In particolare preferiscono emigrare in Portogallo, Cipro, Spagna, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Albania, Tunisia.
Chi gode di pensioni modeste così può vivere dignitosamente, chi percepisce assegni alti riesce a vivere meglio. Probabilmente una parte dei 400 mila compatrioti fuoriusciti all’estero potrebbe rientrare nel Belpaese come spera il “governo del cambiamento”, ma forse si tratterà di una percentuale minima per vari motivi: molti se ne sono andati negli altri paesi per l’efficienza dei servizi pubblici oltre che per gli sconti fiscali (è il caso del Portogallo e della Spagna); in genere non sono in molti a risiedere in altre nazioni da almeno cinque anni, una delle condizioni per poter usufruire della nuova flat tax del 7%.
Certamente saranno tanti i pensionati stranieri che decideranno di trasferirsi in Italia per poter godere dello sconto fiscale. Conoscono già il nostro paese come turisti ed apprezzano molto il sole, il mare, la pizza, gli spaghetti e le opere d’arte. Il discorso è diverso per gli italiani. Ci sarà un doppio trattamento: qualcuno sarà premiato, gli altri saranno penalizzati.
Chi è fuori dei confini da più di cinque anni potrà tornare a vivere tutto l’anno in Italia e, alloggiando al Sud, potrà incassare una pensione più ricca, tassata solo al 7%. I pensionati che abitano in Italia, invece, continueranno ad essere penalizzati pagando imposte salatissime, secondo le cinque implacabili aliquote Irpef (da un minimo del 23% a un massimo del 43%, secondo il livello del reddito). In Italia ci sono ben 16 milioni di pensionati. Forse Salvini non ci ha pensato: la legge di Bilancio 2019 si è occupata degli stranieri e dei 400 mila connazionali trasferiti all’estero, ma non dei 15 milioni e mezzo rimasti nel nostro paese, per loro non ha cambiato nulla. Anzi, li ha esclusi e delusi. Può spingerli ad emigrare all’estero, seguendo l’esempio di tanti compatrioti che, stanchi di essere tartassati, da anni hanno fatto questa scelta.