I miracoli, anche quelli sindacali, alle volte riescono. È il caso di piazza San Giovanni a Roma. Cgil, Cisl, Uil hanno ricomposto l’unità dopo tante laceranti e deleterie divisioni: insieme hanno manifestato contro il governo M5S-Lega. Non accadeva dal 2013.
Le richieste sindacali unitarie, mentre l’Italia è sprofondata per la terza volta in dieci anni in una nuova recessione economica, suonano come musica: lavoro, investimenti, sviluppo economico nel rispetto dei diritti contrattuali. In piazza 150.000-200.000 persone: lavoratori, disoccupati, precari, pensionati. Lo slogan “Futuro al lavoro” fa breccia, aggrega. Perfino un gruppo di imprenditori, tradizionalmente la controparte dei sindacati, ha partecipato alla protesta di sabato 9 febbraio in piazza San Giovanni a Roma. Hanno protestato accanto a Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
Landini, da poche settimane segretario generale della Cgil, ha bocciato senza attenuanti la manovra economica del “governo del cambiamento”. La motivazione è netta: «È miope e recessiva». Landini, però, punta al dialogo. Ha lanciato una strategia di critica costruttiva: il governo «se vuol cambiare l’Italia deve farlo con chi lavora e accettare di confrontarsi perché noi il cambiamento lo vogliamo più di loro». Ha contestato tante decisioni dell’esecutivo Conte-Di Maio-Salvini. In particolare ha attaccato la Flat Tax: «Quando cominciano a parlare in inglese ci fregano tutti».
Landini vuole discutere, vuole trattare su investimenti, stato sociale, opere pubbliche, tasse, occupazione, contratti, pensioni. Si è detto «fiducioso di una convocazione del premier». Il segretario della Cgil occupa uno spazio, si pone come una opposizione sociale capace d’incidere e di portare a casa dei risultati mentre il Pd e il centro-sinistra sono piombati in uno stato di crisi catatonica, si sono ridotti all’irrilevanza.
A piazza San Giovanni c’è una piena coincidenza di richieste con Barbagallo e Annamaria Furlan. La segretaria generale della Cisl urla dal palco mettendo sotto accusa il continuo uso di Facebook e Twitter da parte del tandem Di Maio-Salvini, non più molto solido: «Ai professionisti della realtà virtuale dico uscite dalla finzione». Il segretario generale della Uil ha insistito sul dialogo: «Chiediamo al governo di convocarci o la mobilitazione continuerà! Un avviso ai naviganti di Palazzo Chigi: ricordatevi che mettersi contro i sindacati porta sfiga». Il riferimento a Matteo Renzi è chiaro. L’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Pd aveva dato un calcio alla concertazione sociale, ma alla fine ha subìto una clamorosa disfatta su tutti i fronti.
Però la strada del confronto con il governo appare sbarrata. Luigi Di Maio sembra respingere al mittente le richieste dei sindacati. Il vice presidente del Consiglio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico nonché capo politico del M5S ha fatto partire una risposta dai toni provocatori: «Mi auguro che Landini voglia sostenere la mia proposta di taglio delle pensioni d’oro degli ex sindacalisti». Forse era più urgente indicare i temi dell’occupazione e dello sviluppo.