Dal bianco al nero, dalle lodi alle critiche. “Calci” di Grillo a Salvini. Il fondatore del M5S nel marzo 2018, subito dopo la vittoria dei cinquestelle alle elezioni politiche, elogiava Matteo Salvini: «Di Salvini ci si può fidare». Lo scorso giugno, una volta varato il governo assieme al segretario della Lega, confermava l’apprezzamento: «Sta facendo le cose, per davvero».
Poi, piano piano, sono cominciate le battute ironiche, le critiche. Adesso, in una intervista al settimanale del Corsera ‘7’, è arrivata la bordata: «Io lo manderei a calci a fare il suo lavoro al Viminale». Quei “calci” al segretario della Lega, vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno non sembrano casuali. Negli ultimi mesi “il governo del cambiamento” ha tremato più volte per i molteplici contrasti tra Salvini e Luigi Di Maio. L’elenco dei dissensi è lungo: migranti, sicurezza, Tav, opere pubbliche, termovalorizzatori, flat tax, regionalismo differenziato, etica pubblica. Quando il segretario del Carroccio e il capo politico del M5S non riuscivano a trovare una mediazione, come nel caso della Tav, la questione era rinviata.
Da quando, però, Di Maio ha chiesto e ottenuto ai primi di maggio la rimozione del sottosegretario leghista Siri dall’esecutivo perché indagato, qualcosa è cambiato: su tutti i problemi i due vice presidenti del Consiglio si sono trovati sull’orlo della rottura. Il siluramento di Siri, avvenuto in piena campagna elettorale per le europee, è stato un brutto colpo per Salvini. Con questa mossa Di Maio, assieme alle dure polemiche avviate da aprile, è riuscito a contenere il predominio mediatico e politico di Salvini. Conseguenza: la stabilità del governo populista è stata scossa. Non siamo alla crisi, ma quasi.
Adesso Beppe Grillo, con quei “calci” promessi, compie un passo in avanti: scarica Salvini. Grillo non è più il capo del Movimento da quando passò lo scettro del comando a Di Maio, tuttavia è sempre il garante, il fondatore e il guru ancora influente. Si è defilato dalla politica intensificando il suo lavoro di comico, ma anche dal palcoscenico dei teatri italiani (e dal suo potentissimo blog su Internet) resta sempre attento. Di tanto in tanto interviene: ha criticato anche Di Maio, la sua paura è il “sorpasso” della Lega sul M5S nelle elezioni europee del 26 maggio.
Salvini, via Twitter ha replicato a Grillo stilando un bilancio positivo del suo lavoro da ministro dell’Interno: «Forse i calci dovrebbe darli a qualcun altro, voi che dite?».
Il governo populista Conte-Di Maio-Salvini non è stato un buon affare per i grillini. La Lega (alleata con Berlusconi e la Meloni) ha vinto tutte le elezioni regionali dell’ultimo anno e i sondaggi per le europee la danno nettamente in testa con oltre il 30% dei voti (i cinquestelle avrebbero 7-8 punti in meno). Sia Salvini sia Di Maio non mettono in discussione il governo Conte: andrà avanti «per altri quattro anni». Non è così sicuro. Di Maio sposta l’asse del M5S a sinistra verso il Pd di Zingaretti. Quei “calci” annunciati dall’”Elevato” (come ironicamente si autodefinisce Grillo) sono molto pericolosi per Salvini.