L’idea del sorteggio si fa strada. Luciano Violante propone di sorteggiare in parte il Csm (Consiglio superiore della magistratura). Violante, ex magistrato, ex deputato del Pci-Pds-Ds-Pd dal 1979 al 2008, a sorpresa dice basta con il Csm «strutturato con un meccanismo para-parlamentare».
Alt alle elezioni del Csm basato sulle correnti dei magistrati e porta aperta al sorteggio. In una intervista a La Stampa ha proposto l’inedito progetto di riforma: «Io farei durare il Csm 6 anni e a metà durata si sorteggia la metà dei componenti e si sostituisce con un’elezione fatta sui singoli componenti, questo ridurrebbe il peso delle liste». L’obiettivo è «una scossa morale» per impedire l’assegnazione degli incarichi direttivi nei Tribunali e nelle Procure della Repubblica con logiche di «scambio» tra le correnti.
La svolta di Violante è clamorosa. Ricorda quella di Beppe Grillo per eleggere con il sorteggio il Parlamento. Lo scorso giugno avanzò l’idea del sorteggio subito dopo la trionfale vittoria elettorale del M5S e la nascita del “governo del cambiamento”. Il garante dei cinquestelle scrisse nel suo blog su Internet: «Selezioniamo le persone a sorte e le mettiamo in parlamento». Precisò: «Il primo passo sarebbe una seconda camera del nostro parlamento, piena di persone scelte a caso, un senato dei cittadini, se volete». Grillo, assieme al M5S, esaltava ed esalta anche la “democrazia diretta”, quella della Rete, del voto via web.
Il sorteggio di Grillo per eleggere il Parlamento aveva un intento democratico, anzi iper democratico. Il sorteggio di Violante per il Csm ha una matrice morale: tagliare le unghie ai trucchi, alle raccomandazioni, alle pressioni per nominare i capi degli uffici giudiziari italiani. Lo scandalo di Luca Palamara, pubblico ministero, accusato di corruzione, è una delle molle che ha spinto l’ex presidente della Camera alla proposta del sorteggio per dare «una scossa morale». In questo caso non si tratta di uno dei tanti scontri tra politica e toghe ma di una inchiesta della magistratura su un ex componente del Csm, già presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati). Il caso Palamara sta avendo degli effetti pesanti: quattro magistrati componenti del Csm si sono autosospesi.
Violante conosce molto bene il mondo dei Tribunali e delle Procure. Lasciata la magistratura, negli anni Ottanta era deputato del Pci e responsabile della sezione giustizia del partito. Negli anni Settanta nel Partito comunista italiano c’era una visione tutta politica del mondo e della magistratura. Si spingevano i giovani a prendere giurisprudenza all’università e a fare il concorso per magistrato in modo da conquistare dall’interno uno dei poteri dello “Stato borghese”. Violante da molti era considerato a capo del “partito dei magistrati”, delle cosiddette “toghe rosse”.
In quel periodo, a sinistra, tutto era considerato politica. Ora Violante archivia quell’impostazione: propone anche il sorteggio per eleggere il Csm, in modo da evitare giochi di “scambio” tra le correnti dei magistrati. Il Parlamento eletto per sorteggio è rimasto lettera morta, il Csm affidato alla sorte vedremo se avrà più fortuna.