Sperava di salvare la sua immagine, Virginia Raggi, facendo dimenticare la disastrosa amministrazione d’una capitate sempre più ingovernabile e degradata. Voleva farlo con il Salva Roma: la norma inserita dal governo nel decreto Crescita per cancellare i debiti del Campidoglio, trasferendo 12 miliardi di euro di debiti allo Stato che avrebbe poi rinegoziato i mutui con le banche.
Ma il Salva Roma non c’è più. Matteo Salvini, che da tempo ha messo la sindaca nel mirino, ha imposto a Palazzo Chigi di riscrivere il provvedimento messo a punto per evitare il default del Campidoglio, estendendolo a tutti i Comuni sull’orlo della bancarotta. Con gli attuali chiari di luna, e con la minaccia di una procedura d’infrazione da parte di Bruxelles per il debito eccessivo del nostro paese, è comunque difficile pensare che lo Stato possa accollarsi un onere del genere.
Naturalmente la sindaca non l’ha presa bene. Dopo aver accusato il governo non più amico: «Preferiscono avvantaggiare le banche», ha abbaiato alla luna con un: «La nostra pazienza è finita», rivolto evidentemente anche a Di Maio e ai vertici del M5S che non hanno difeso il provvedimento messo a punto ad aprile scorso.
Ma adesso, anche volendo, i Cinquestelle non avrebbero potuto opporsi al diktat della Lega dopo il ribaltamento dei rapporti di forza registrato nelle ultime elezioni. Tra l’altro, un’analisi del voto per le Europee nella capitale fotografa una situazione disastrosa per la Raggi. Con Salvini che ha fatto il pieno di preferenze (85 mila), la Lega al 26 per cento, il Pd addirittura al 31 e il M5S ridotto al 17,6, quindi dimezzato. Il Movimento, che solo tre anni fa ha portato trionfalmente la Raggi in Campidoglio, ha perduto per strada 225 mila voti.
Il partito della sindaca è crollato soprattutto nelle periferie a vantaggio della Lega. A Tor Bella Monaca e a Torre Maura Salvini è balzato al 36,7%, mentre il M5S è passato dal 42% delle comunali 2016 al 24%. Sul litorale di Ostia, la Lega ha incassato il 29,2% e il 5 Stelle si sono fermati al 23%.
I quartieri centrali si sono confermati invece roccaforte del Pd, che ha ottenuto il 41,2% nel primo municipio, il 40% nel secondo, il 38% alla Garbatella e il 32% nella zona Salario.
A questo punto, con i Cinquestelle ridotti a fare il terzo partito nella capitale e la Lega primo partito nel Lazio con il 32,6 per cento, è chiaro che Salvini, situazione nazionale permettendo, ha tutto l’interesse a sfrattare la Raggi. Ad accelerare la sua marcia per la conquista del Campidoglio dove potrebbe aggiungere ai suoi voti il 15 per cento messo assieme dalla Meloni e da Berlusconi.