Le gemelle Kessler, Sabina Ciuffini, Franca Rame, Raffaella Carrà, Cicciolina. Tante diverse donne hanno attraversato la Rai rappresentando l’evoluzione del costume italiano. Sessualità, politica, società. La regista, scrittrice e sceneggiatrice Cristina Comencini e il produttore e autore radio-televisivo Roberto Moroni hanno lavorato a stretto contatto per la realizzazione del film/documentario Sex Story (2018), setacciando l’immenso catalogo di Rai Teche. L’obiettivo, sottolinea un comunicato stampa, è di costruire un discorso sulla rappresentazione del corpo della donna, del sesso e dell’evoluzione dei costumi nella tv pubblica.
Dagli spettacoli per famiglie anni ’50 (Mario Riva che si rivolge alla sua assistente “non parlante”), all’iconica valletta di Mike Bongiorno, Sabina Ciuffini, fino alle inchieste con risposte raccolte per strada e ai varietà più audaci e innovativi (Stryx di Enzo Trapani). Ogni fotogramma di Sex Story, che abbraccia oltre tre decenni di storia televisiva italiana sulle donne, si lega alle modalità con cui si mostra il corpo femminile e se ne discute: (importanza della) verginità, procreazione, machismo, patriarcato, parità, nudismo, liberazione.
Sex Story, se da una parte mette in fila, seguendo il filo dell’ironia, le tappe cruciali, i momenti topici di un corso di storia sociologica della tv – dall’ombelico della Carrà alle gonne a strappo delle gemelle Kessler al boom editoriale di Playboy, Amanda Lear e Cicciolina, i Carosello tra Franca Rame e Dario Fo e Carmencita, o i dibattiti giornalistici (Enzo Biagi, Giovanni Minoli, un inedito Marco Bellocchio a confronto con la compagna Gisella Burinato) – d’altra parte dà per scontati, rinunciando a didascalie e cartelli, alcuni dati altrettanto necessari. Citiamo ad esempio qualche informazione sul codice d’autodisciplina aziendale, voluto da Filiberto Guala, amministratore delegato RAI dal ’54 al ’56 o l’avvento delle tv private.
Sex Story è stato realizzato in collaborazione tra Rai Movie e Rai Teche e sarà trasmesso il 14 giugno (ore 20-21,30) presso il chiostro/giardino della Galleria d’Arte Moderna di Roma, via Francesco Crispi 24, nell’ambito dei programmi organizzati all’interno della mostra Donne corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, visitabile fino al 13 ottobre 2019.