«Ho sbagliato tutto!». Comincia con un urlo disperato La Rivincita delle Sfigate, il film (titolo originale Booksmart, distribuzione di Eagle Pictures) su una notte di pazzie e di baldorie di due studentesse americane amiche per la pelle.
È una pellicola dall’incedere comico e demenziale. I tic, le aspirazioni e le paure si sprecano. Paure, soprattutto paure. Giovani le protagoniste: Molly e Amy (Beanie Feldstein e Kaitlyn Dever), giovane la regista Olivia Wilde, al suo film d’esordio. Molly e Amy sono due adolescenti, certamente dalle forme non affascinanti, piene di paure: di non conquistare l’amore, di non piacere ai compagni di scuola, di non primeggiare negli studi, di non essere competitive, di non avere successo nella vita.
Esorcizzano queste paure calandosi nei panni di due studentesse irreprensibili chinate sempre sui libri (e per questo svillaneggiate dai compagni). Fino alla crisi. Alla fine del liceo, alla vigilia del diploma, scoprono con angoscia una realtà: anche i compagni di scuola, più dediti ai divertimenti che agli studi, andranno come loro in prestigiose università statunitensi. Come loro hanno l’obiettivo di sfondare: in politica, nell’industria informatica, nel cinema. Probabilmente avranno successo, ma lo conquisteranno senza aver rinunciato a divertirsi (come hanno fatto loro) e a qualche follia durante gli anni del liceo.
Di qui La Rivincita delle Sfigate. Le due inseparabili amiche danno un calcio all’autocontrollo. Decidono di recuperare in qualche modo, di vivere una notte di sballo e di conquiste sentimentali infilandosi nelle feste dei compagni di scuola, i “nemici” di sempre, alla vigilia della cerimonia della consegna del diploma. Non sanno nemmeno gli indirizzi: ma ce la fanno, sfrecciano nella notte brava rimediando passaggi in macchina, s’intrufolano in ricche feste su yacht e sontuose ville con piscina. Tutto procede con qualche inconveniente: incrociano il loro preside tassista notturno per arrotondare lo stipendio, s’imbattono in un killer che le minaccia con la pistola ma le lascia andare. In conclusione, però, tutto sembra filare liscio: alle feste notturne vengono accolte a braccia aperte, dopo qualche sorpresa, dai compagni di scuola. Gli adolescenti mangiano, bevono, fumano droghe, ballano, fanno sesso. Si tuffano in piscina tra capriole, baci e abbracci inebrianti. Sono lo specchio dell’arcobaleno della diversità etnica americana (ci sono ragazzi di origine europea, africana, ispanica, asiatica) e sessuale (eterosessuali e omosessuali festeggiano insieme senza alcun problema).
Sembra una notte magica. A Molly e Amy sembra anche arridere l’amore (etero per una e saffico per l’altra) ma poi tutto crolla: i partner le imbrogliano e le lasciano per amanti più avvenenti; si scontrano tra loro, si insultano fino a rompere la loro lunga amicizia.
Ma poi, come per incanto, tutto si ricompone. Vince il lieto fine. Trovano l’amore, fanno pace (una non parte più per una missione umanitaria per l’Africa per non lasciare l’amica), raggiungono l’armonia con i compagni, insieme pronunciano il discorso di fine corso al liceo (irrompono nella cerimonia all’ultimo momento utile arrivando a tutta velocità su un’auto che travolge la rete di recinzione della scuola). La Rivincita delle Sfigate, la giovane borghesia americana si guarda allo specchio tra paure e ottimismo. Lacerata tra la competizione e l’amicizia, tra il successo turbo capitalista e la spinta alla tutela dell’ambiente.