Il pubblico premia Frank Holliday. Dato il grande successo riscosso, la mostra Frank Holliday in Rome, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, in corso dal 20 giugno al Museo Carlo Bilotti, è stata prorogata fino a domenica 1° dicembre 2019.
Promossa da Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale con il patrocinio dell’Ambasciata Americana e con i servizi museali a cura di Zètema Progetto Cultura, la mostra è organizzata e sponsorizzata da Partners & Mucciaccia.
36 opere, tutte realizzate nel 2016 durante quello che l’artista stesso ha definito il suo soggiorno “monastico” romano, celebrano, precisa un comunicato stampa, il percorso artistico del grande esponente della controcultura newyorkese a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.
Grande amico e collega, tra gli altri, di Keith Haring, Kenny Scharf e Adolfo Sanchez, nell’estate 2016 Holliday ha lavorato alacremente nel suo studio vicino a Piazza Navona, avendo come ispirazione le opere dei maestri della storia dell’arte, prime fra tutte quelle di Caravaggio.
Nei dipinti del “ciclo romano” Frank Holliday ha scandagliato quello spazio intermedio, tra l’inferno e il paradiso, che ravvisava nella pittura della Roma barocca, accecandolo di luce, colori e linee evocative. La sua grande maestria sta nel dare immagine a qualcosa di assolutamente immateriale, nel dipingere cioè la realtà nella sua irrealtà, cercando l’aldilà in questo mondo e questo mondo nel pensiero dell’aldilà. La bellezza del colore controbilancia la solidità del gesto pittorico, in un susseguirsi di paradossi dove luci e ombre, cadute e ascese, assenze e presenze diventano inscindibili.