La sua scommessa l’ha vinta. Con passione, sacrificio ed impegno. Guido Della Frera è un importante imprenditore italiano, presidente di Gdf Group, e deputato di Forza Italia (ha contribuito a fondarla nel 1994).
Esordio, a soli 21 anni, alla guida della sua prima azienda. Oggi è a capo di una holding con oltre 600 collaboratori ed attiva in settori chiave dell’economia come l’immobiliare, il turistico-alberghiero ed il sanitario. «Un inguaribile ottimista» così ama definirsi in questa intervista.
Onorevole Della Frera, imprenditoria e politica sono una naturale conseguenza?
Direi che si muovono su due binari paralleli. La politica è una passione che coltivo da quando avevo 16 anni. Nel 1994 sono tra i fondatori di Forza Italia e nel 1997 sono eletto consigliere comunale della città di Milano. Dopo tre anni, assumo l’incarico di assessore regionale agli Affari Generali, Sicurezza, Polizia Locale, Personale e Demanio. Interrompo la mia esperienza di politica attiva nel 2003, a causa dei numerosi impegni lavorativi.
Nel 2018 mi viene proposta la candidatura al Parlamento Nazionale; da deputato ritengo che l’attività politica non sia la conseguenza né principale né subordinata di quella imprenditoriale. Vivo con passione civile la politica, ma non vivo e non ho mai vissuto di politica. La mia principale attività resta l’impresa: a 21 anni do vita alla mia prima azienda.
Qual è il suo segreto per coniugare due attività così piene e faticose?
«Make it possible»: impegno, costanza e dedizione, puntando più sulla qualità che sulla quantità. Si dice che «abbastanza buono non sia mai abbastanza buono quando l’obiettivo è l’eccellenza».
Ha una parola magica con cui quotidianamente affronta la giornata con positività?
Sono un inguaribile ottimista: mi piace la vita, ogni mattina mi sveglio carico di energia per affrontare, al meglio, le sfide giornaliere.
Quale il suo fiore all’occhiello nel campo imprenditoriale e quale la legge con cui vorrebbe essere ricordato in Parlamento?
Sono un imprenditore che ha raggiunto molti obiettivi. All’intuizione e competenza, al lavoro duro e disciplina si aggiunge …un pizzico di fortuna.
Il polo geriatrico riabilitativo in provincia di Milano (Cinisello Balsamo), una struttura sanitaria che ho fondato, costruito e diretto per più di 20 anni, è uno dei miei migliori progetti realizzati. L’impegno, nel settore alberghiero, si concretizza nella costruzione o ristrutturazione di sei hotel, che tutt’ora gestisco. Proseguo, con dedizione e costanza, nello sviluppo dell’attività immobiliare, iniziata da giovane. Ho costruito residenze e sto realizzando, con soddisfazione, più di 300 appartamenti in Milano.
La proposta di legge della quale vado fiero eccola: modifica della legge, del 1953, che istituiva la ‘’busta paga’’, un prospetto che è rimasto, ad oggi, inalterato e mantiene limiti di rilievo. Nel cedolino del lavoratore sono esposte tutte le voci a carico dello stesso che concorrono alla determinazione della retribuzione ed è chiara la retribuzione netta, ma nulla si dice riguardo alle voci a carico del datore di lavoro che incidono sul costo totale del lavoro, cosiddetto costo azienda, pari ad oltre il 40%, per l’imprenditore: i dipendenti costano all’impresa quasi il doppio dello stipendio loro assegnato.
Inoltre, tutti i lavoratori devono rivolgersi all’Inps per essere informati sull’effettivo contributo versato dall’impresa, che annota un costo non nominativo, ma bensì cumulativo di tutti i dipendenti! Resta, pertanto, l’Inps, l’arbitro unico dei soldi versati per il lavoratore.
L’obiettivo della proposta di legge è proprio quello di rendere più trasparente tale documento, dettagliando anche gli oneri a carico dell’azienda, permettendo al singolo lavoratore di conoscere complessivamente il suo costo, sostenuto dall’imprenditore. Gli imprenditori non sono dei “prenditori” gattopardeschi, sono delle persone che generano lavoro, sono attivatori della crescita: se le imprese crescono, aumenta anche il lavoro.
Manovra economica in arrivo: svolgendo un ruolo importante nella commissione Attività Produttive della Camera, quali a suo avviso i provvedimenti più urgenti per rilanciare l’economia?
La commissione di cui faccio parte non discute gli interventi d’urgenza relativi all’economia nazionale: sono destinati ad altre commissioni. Mi attivo proponendo a quest’ultime quali sono, a mio giudizio, gli strumenti necessari per rilanciare il nostro Paese. Riconfermo che sono urgenti sia un concreto abbassamento del costo del lavoro e una maggior liberalizzazione delle attività economiche sia una forte riduzione della burocrazia che, ad oggi, grava sulle Pmi, per un costo di 2 euro l’ora (secondo uno studio di CNA).
In tutta sincerità il governo giallorosso mangerà il panettone, la colomba, oppure il prossimo cocomero estivo?
L’attuale governo andrà avanti fino a fine legislatura. A seguito dell’approvazione definitiva del taglio del numero dei parlamentari, con riduzione anche di quello degli eletti all’estero, molti preferiranno votare qualsiasi proposta, pur di non far cadere il Governo: nella successiva legislatura non verrebbero rieletti. Siamo il Paese con il maggior numero di crisi di governo. L’instabilità così pronunciata genera incertezza sia per gli investitori sia per le imprese. Se l’attività d’esercizio del Governo deve durare, non tenda a sopravvivere ma dia risposte durature e di ampio respiro a problemi strutturali e predisponga progetti volti a sbloccare lo sviluppo del Paese.