Sesso, potere, soldi, truffe. Le ragazze di Wall Street corre su quattro elementi ma quello predominante sono i soldi, più esattamente i dollari. Il film, ora nei cinema italiani, è tutto al femminile, in una chiave dell’emancipazione e del potere gestito dalle donne. Ha quattro protagoniste dalla bellezza travolgente: Ramona (Jennifer Lopez), Destiny (Costance Wu), Elisabeth (Julia Stiles), Mercedes (Keke Palmer). La regista è Lorene Scafaria, la distribuzione è Universal Pictures/Lucky Red.
Il tema è come sfondare e fare soldi senza tanti scrupoli. Le ragazze di Wall Street prende spunto da un fatto di cronaca, pubblicato dal settimanale New York Magazine. Ramona, magnetica e affascinante spogliarellista ispanica, bichini conturbante, si aggrappa al palo di una discoteca di New York e dà una lezione di seduzione acrobatica alla giovane e inesperta collega Wu di origine cinese: «Collo del piede, caviglia, incavo del ginocchio, da cui fai la giostra. Poi ti giri e ti avviti». È uno dei balli erotici, in stile atleta attorno al palo, che frutta più soldi alla bellissima e prorompente Ramona. Ma anche Wu ha un successo travolgente: anche su di lei piove (negli slip e ai suoi piedi) una cascata di soldi dai clienti della discoteca, in biglietti da uno, cinque e dieci dollari.
Soldi a non finire. La discoteca è frequentata da uomini facoltosi: funzionari, finanzieri, agenti di Borsa a Wall Street. L’economia americana fa boom e Wall Street regala milioni di dollari di guadagni. Dalle ristrettezze Wu passa ad una vita agiata con alla guida la dominante Ramona. Due amiche per la pelle: due donne sole con due figli da mantenere.
La pacchia, e il lavoro onesto, finisce nel 2008 con la grande recessione internazionale e il crollo della Borsa di New York. Cambia il quadro: la crisi svuota la discoteca e le tasche delle spogliarelliste. La pragmatica e decisa Ramona modifica l’orizzonte: lavoro indipendente al posto di quello subordinato, clienti ricchi e selezionati di Wall Street ai quali promettere un piacevole sesso, polli da tramortire con la droga per poter svuotare le loro carte di credito di 5 mila dollari, fino a 100 mila, 150 mila.
Ai dubbi e alle critiche di Wu, Ramona replica prendendosela con il sistema capitalista statunitense: «Quei tizi di Wall Street hai visto che hanno fatto a questo paese? Hanno derubato un sacco di persone, degli onesti lavoratori hanno perso tutto. E nessuno di questi balordi è andato in galera».
È un successo. Le due amiche, più altre due stupende spogliarelliste, cominciano il lavoro in proprio: truffano e spennano decine, centinaia di uomini di Wall Street in cerca di un sesso avventuroso. Gli spennati, una volta sobri, evitano di denunciare la truffa per paura della pubblicità negativa per la loro attività. Gli affari delle amiche spogliarelliste vanno benissimo: attico, gioielli, pellicce e vite nel lusso. Allargano il giro. Coinvolgono nel lavoro altre ragazze dalle vite tormentate anche dalla droga.
Alla fine c’è sempre un imprevisto a spezzare l’incantesimo. Un cliente colto da un collasso, un altro ridotto sul lastrico. Così arrivano le denunce, il tribunale, le condanne delle spogliarelliste ladre e truffatrici. È un melodramma americano di piccoli reati al contrario di 5 è il numero perfetto, un bel film drammatico italiano ispirato alla criminalità organizzata della camorra.
Jennifer Lopez ha comunicato al giornale GQ una sorprendente notizia: ha lavorato gratis nel film. Ma lei stessa ha svelato il rebus sui soldi del film: «L’ho fatto gratis e l’ho anche prodotto». E i guadagni di lei come produttore non devono essere male visto il successo avuto dalla pellicola negli Stati Uniti. Il suo motto è determinato: «Faccio quello che voglio, come voglio».