Un capo, un programma, un’organizzazione. Mattia Santori, 32 anni, laurea in Economia e Diritto, forse non sa (o forse sì) della necessità di mettere insieme questi tre elementi indispensabili per costruire un partito oppure un movimento con qualche probabilità di affermazione politica.
Un primo successo delle Sardine, comunque, c’è stato ed è enorme. L’esordio a sorpresa è avvenuto il 15 novembre a Bologna. Il giovane Santori, assieme ad altri tre amici trentenni (Andrea Garreffa, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni), è stato l’ideatore delle Sardine: 15 mila ragazzi sono scesi in piazza per la prima volta nel capoluogo dell’Emilia Romagna contro il populismo di Matteo Salvini. Due gli slogan più gettonati: «Bologna non si Lega» e «Populisti la festa è finita».
Il tam-tam di mobilitazione ha viaggiato su Internet attraverso Facebook e WhatsApp: ha funzionato. Decine di migliaia di giovani e meno giovani sono scesi in piazza cantando “Bella ciao” anche a Modena, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Palermo, Piacenza, Genova. Si sono materializzate anche le Sardine Atlantiche: una manifestazione è stata organizzata da ragazzi italiani perfino a New York.
Poi seguiranno Firenze, Ferrara, Napoli, Milano, Torino, Padova, Trento. Infine l’appuntamento nazionale è fissato il 14 dicembre a Roma. L’obiettivo molto ambizioso è di riempire San Giovanni, l’enorme piazza della capitale un tempo sede esclusiva dei comizi della sinistra, poi espugnata dai grillini ora in profonda crisi, quindi conquistata dal centro-destra a guida leghista.
Il movimento della Sardine è una galassia tutta in divenire: nelle manifestazioni sono bandite le bandiere dei partiti, l’impostazione è apartitica ma non apolitica. La linea è di restare autonomi dai partiti tradizionali per non perdere di credibilità dopo aver suscitato tanto entusiasmo. Il primo obiettivo è impedire a Salvini di conquistare l’Emilia Romagna nelle elezioni regionali del 26 gennaio, di battere la campagna di «odio» e «i falsi contenuti populisti di pancia» innescati dalla destra populista e sovranista.
Il giovane ideologo Santori, quasi il portavoce delle Sardine, è divenuto una star; è intervistato da giornali e televisioni. Ma ha precisato al giornale Open: «Non c’è un capo, è un movimento che nasce dal basso, i protagonisti sono loro: le Sardine».
Il risveglio dei giovani e le piazze piene sono stati una sorpresa: «Abbiamo riscoperto le piazze» e «da Bologna abbiamo suonato la sveglia». La «sveglia» è indirizzata alle sinistre divise, sconfitte, prive di identità. La strategia è di trasformare «le piazze piene» in «urne piene». Ma non è detto che finisca così. Pietro Nenni parlava in comizi affollatissimi ma poi il Psi raccoglieva pochi voti. Commentò sconsolato dopo la sconfitta del Fronte Popolare col Pci nelle elezioni politiche del 1948: «Piazze piene ed urne vuote».
I sondaggi elettorali assegnano il 15% dei voti ad un eventuale lista della Sardine, ma Santori esclude una partecipazione al voto: «Credo che questo 15% dovrà essere colto dalla politica che è già in essere». Ha chiarito: in Emilia Romagna c’è un centro-sinistra molto ampio con un progetto di futuro che «ci rappresenta bene». Mattia Santori ha annunciato: «Da queste piazze nasce energia». Bisognerà vedere se il centro-sinistra, il Pd e Zingaretti sapranno raccogliere questa «energia».