Fieramente autonome, pure se il cuore batte a sinistra. Anche tra le “sardine” di piazza San Giovanni a Roma non si sono viste le bandiere e i vessilli dei partiti. La scarsissima credibilità dei partiti è un forte deterrente ad allacciare, almeno per ora, qualsiasi tipo di rapporto.
La moltitudine di “sardine” che hanno manifestato sabato 14 dicembre a piazza San Giovanni (100 mila per gli organizzatori, 35 mila per la questura di Roma) hanno invocato «libertà» e «solidarietà». Hanno lanciato slogan anti fascisti e cantato «Bella ciao». Hanno attaccato il clima di «odio» e di «violenza verbale». Hanno preso di mira ancora una volta Matteo Salvini, la Lega, «la bestia del sovranismo», gli appelli alla «pancia» delle persone. Mattia Santori è soddisfatto, non era semplice la mobilitazione nell’enorme piazza San Giovanni, un tempo luogo dei comizi della sinistra e dei sindacati, poi conquistata dai grillini e dai leghisti. Il giovane leader di fatto delle “sardine” ha tirato un bilancio positivo: «L’idea era di riempire la piazza e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto».
La linea è rimasta quella lanciata il 14 novembre a Bologna. Giusto un mese prima, sotto lo slogan “Bologna non si Lega”, è partita la prima manifestazione di piazza organizzata da Mattia Santori assieme ad altri tre amici, con l’obiettivo d’impedire al Carroccio di conquistare l’Emilia Romagna nelle elezioni regionali del 26 gennaio.
È una linea confermata nelle tante altre manifestazioni seguite a Milano, Torino, Reggio Emilia, Modena, Parma, Napoli, Palermo. Le manifestazioni delle “sardine” si sono svolte perfino all’estero. I ragazzi italiani sono scesi in piazza a New York, Londra, Parigi, Berlino, Bruxelles. A coronamento della mobilitazione è giunta la manifestazione nazionale a Roma.
A piazza San Giovanni, però, c’è stata una novità. Mattia Santori per ora ha confermato il no a un impegno in politica, tuttavia il diniego sì può trasformare in sì se aumenterà il vuoto di rappresentanza e «ci chiederanno di farlo». Non si candiderà mai? La risposta a un giornalista è stata possibilista: «Mai dire mai». Un italiano su quattro potrebbe essere interessato alle “sardine”? Santori a In mezz’ora in più, Rai 3, ha risposto: «Il nostro obiettivo è superiore a un italiano su quattro».
A gennaio comincerà la fase 2 del movimento. I 150 coordinatori delle 133 piazze italiane nelle quale le “sardine” hanno manifestato hanno messo a punto, in una riunione tenuta a Roma il 15 dicembre, il piano per il prossimo futuro. Grazia De Sario, delle “sardine” di Barletta, ha confermato l’impostazione anti fascista, anti razzista e anti Salvini. In Emilia Romagna né partito né liste civiche ma «sicuramente appoggeremo le liste di sinistra, ognuno nella sua libertà».
Subito arrivano le proposte di collaborazione, di alleanza. Luigi Di Maio è il più veloce. Il capo politico del M5S e ministro degli Esteri ha premesso in una intervista al Corriere della Sera: «Sono bravissimi». Ha bocciato i tentativi dei partiti di «metterci il cappello», ma ha parlato di possibili convergenze tra le “sardine” e i cinquestelle «sul programma…sarebbe bello lavorare insieme su ambiente, giustizia, diritti sociali, lavoro, casa e aiuto alle persone in difficoltà». Di Maio ha aperto la pesca alle “sardine”. Per ora la sinistra tace, non va a pesca ma può contare sul sostegno dei ragazzi del movimento.