Un museo del “collezionismo minore” nella città di Roma per unire tutte le generazioni di appassionati e per valorizzare, al meglio, cimeli sportivi, francobolli, militaria, auto e moto d’epoca, raccontando, nel modo più semplice ed interessante, la storia d’Italia. Incontriamo Aldo Rossi Merighi, presidente dell’Associazione S.Anna e Rappresentante di Interessi alla Camera dei Deputati per il Terzo Settore.
Rossi Merighi, come definirebbe la pratica del collezionismo cosiddetto minore?
Per collezionismo minore si intende, in generale, la raccolta e la conservazione di oggetti e cimeli (anche personali), non necessariamente di interesse storico, ma che, per motivi oggettivi, sono rappresentativi e identificativi di un’epoca. Per esempio, in questi ultimi anni, sta avendo un notevolissimo successo il collezionismo calcistico, e lo dimostra la recentissima asta organizzata da Bolaffi: la maglietta del leggendario Pelè è stata aggiudicata per ben 30.000 euro. Detto questo, senza dubbio, il collezionismo minore è la forma di cultura più duratura ed antica del mondo.
Di recente con la sua Associazione ha promosso, presso la Camera dei Deputati, una proposta di legge per tutelare il collezionismo…
L’idea di una Fondazione a tutela del collezionismo minore nasce da un’esigenza reale ed oggettiva: quella di ordinare, disciplinare e rendere, finalmente, istituzionale, un “nuovo mondo” inesplorato che solo in Italia conta circa 100.000 appassionati, e che purtroppo è, inspiegabilmente ed incredibilmente, trascurato. Ad oggi, non c’è un albo ufficiale dei collezionisti né una norma che inquadri, promuova e finanzi il collezionismo minore. Crediamo, quindi, necessaria l’istituzione di una fondazione ad hoc che risolva questa grave mancanza e colmi questa lacuna nel modo migliore e più efficace.
Perché è necessario ed indispensabile, istituire un organismo che regolarizzi e valorizzi il collezionismo minore?
La risposta è molto semplice ed è nei numeri: negli ultimi anni, il collezionismo ha subito una radicale ed epocale metamorfosi, mutando profondamente natura: da “fenomeno di nicchia” è diventato “fenomeno di massa”, in continua e costante crescita, in particolare, tra i giovani di tutto il mondo perché radicato nel tessuto sociale. Se rimaniamo, infatti, ancorati alla vecchia, superficiale ed antistorica concezione di collezionismo inteso come hobby, passatempo, svago, significa essere rimasti indietro e non aver, assolutamente, compreso le dinamiche, le abitudini, i gusti e le attività delle nuove generazioni (denominate millennials o nativi digitali) che, diventeranno classe dirigente nell’immediato futuro.
Quindi, a breve, il collezionare potrà diventare un nuovo lavoro?
Certamente, una vera e propria professione, in cui il raggio d’azione sarà, potenzialmente, infinito ed illimitato perché proiettato, tramite il web ed i social network, a centinaia di milioni di potenziali contatti in tutto il mondo: è bene ricordare come le multinazionali delle e-commerce (Ebay-Catawiki) siano state le prime a scommettere sul collezionismo minore ed ora gestiscono circa il 70% del mercato europeo e mondiale mediante aste con line seguite ogni giorno da decine di milioni di utenti. L’olandese Catawiki fondata nel 2008, dal 2011 al 2016 ha registrato una crescita del + 45,08%. Questi sono, solo, alcuni dati significativi che fanno capire come il collezionismo minore rappresenti un fenomeno non più solo di massa ma anche “di costume”.
Un museo del Collezionismo minore come specchio del tempo?
La definizione migliore è come punto d’incontro e confronto tra tutte le generazioni. Un ponte tra passato e futuro dove il nonno racconta al nipote cosa è stato il passato ed il nipote spiega al nonno come sarà il futuro, con l’ausilio di oggetti che riducono, sensibilmente, le distanze perché riconoscibili da ambo le parti. Sono certo che i milioni di turisti che, ogni anno, visitano Roma apprezzerebbero moltissimo questo piccolo ed affascinante affresco di cultura italiana.