Adriano Trevisan, 78 anni, è stato la prima vittima in Italia del Coronavirus. Ora i morti causati dal Covid-19 (questo il nome scientifico del nuovo virus arrivato dalla Cina) sono saliti a 3 mentre i contagiati sono oltre 150, concentrati in maggioranza in Lombardia. Coinvolte altre cinque regioni: Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Trentino, Lazio. In due giorni l’Italia è diventato il terzo paese nella classifica mondiale dei malati, dopo la Cina e La Corea del Sud.
Le misure di emergenza per contenere e bloccare la diffusione del Covid-19 sono severe. Chiuse scuole e università per almeno 7 giorni in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Piemonte. Stop alle rappresentazioni alla Scala di Milano e alle feste per il carnevale di Venezia. In Lombardia, inoltre, niente cinema e teatri; dalle 18 chiusi i pub e le discoteche. Sono garantiti i servizi pubblici essenziali. Due le “zone rosse” isolate perché focolai dell’epidemia: la blindatura di dieci comuni in provincia di Lodi (con al centro Codogno) e Vò Euganeo (Padova) è affidata alla polizia.
Rischia grosso anche il tessuto industriale e finanziario del nord, il cuore dell’economia italiana. Molte industrie lombarde e venete hanno chiuso i battenti per una precauzione sanitaria. Finora la Borsa di Milano, come Wall Street, era andata a gonfie vele: ora bisognerà vedere come andrà domani, lunedì 24 febbraio, Piazza Affari.
Il governo ha agito assieme alle regioni. Giuseppe Conte ha illustrato le misure «per tutelare la salute degli italiani». Ha indicato il criterio della «flessibilità» delle decisioni, respingendo le proposte di misure più severe avanzate dal segretario delle Lega Matteo Salvini. Il presidente del Consiglio ha assicurato: l’Italia non è un «lazzaretto».
È fiducioso Attilio Fontana: «Sono assolutamente convinto che questa situazione durerà poco». Il presidente della regione Lombardia ha assicurato: «Non bisogna preoccuparsi, non bisogna assolutamente pensare che ci sia qualcosa di pericoloso».
Il Covid-19 è emerso in Cina all’inizio di dicembre, da allora ha provocato oltre 2.400 morti e più di 78.000 contagiati, in gran parte concentrati nella Repubblica popolare (in particolare nella città di Wuhan nella provincia di Hubei poste in isolamento da Pechino).
Nelle città del nord Italia lievita un pericoloso clima di paura, in alcuni casi si sfiora il panico. Dei supermercati di Milano sono stati presi d’assalto da cittadini allarmati che hanno fatto incetta di generi alimentari e di prima necessità. Molti frigo e scaffali sono rimasti desolatamente vuoti per una implacabile e insensata incetta.
L’allarme nel mondo e in Italia è alto però il nuovo virus non è la peste e non è inarrestabile: causa la morte solo nel 2%-3% dei casi, sia in Cina e sia in Australia si sta mettendo a punto un vaccino. Il grande attore e regista Carlo Verdone ha rivolto un invito alla calma e alla fiducia intervenendo al Tg1: «Siamo nelle mani dei medici, virologi e infettivologi. Comunque dobbiamo essere fiduciosi, sono sicuro che l’emergenza rientrerà e presto avremo anche un vaccino, le notizie che arrivano dall’Australia sono positive».