Uno starnuto o un colpo di tosse e scatta la paura. Musei Vaticani semideserti, anzi deserti. Sono solo pochissimi i visitatori in uno dei più belli e affascinanti musei di Roma, anzi del mondo. Ancora alla fine di febbraio immense file di migliaia di persone, al sole e sotto la pioggia, attendevano con pazienza il loro turno per pagare i biglietti d’ingresso.
Qualche sparuto visitatore c’è ancora e indossa la mascherina. Qualche guida, più o meno legale, è a caccia di qualche turista superstite. Ora, all’ingresso dei Musei Vaticani e alle biglietterie, praticamente c’è solo silenzio, c’è il vuoto.
Il Coronavirus fa paura, c’è stata la fuga in massa dei turisti dai Musei Vaticani, dagli altri musei di Roma e da tutte le bellezze della capitale: San Pietro, Foro Romano, Colosseo, Campidoglio, piazza di Spagna, piazza Navona, Fontana di Trevi, il Pantheon. Il virus cinese, dopo un primo scetticismo, fa paura anche a Roma: quasi 90 malati nel Lazio (in gran parte nella capitale) e 3 morti, una persona è stata trovata positiva anche in Vaticano. “Positivo” pure Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e segretario del Pd. Circa 50 medici e infermieri romani sono in quarantena. Invece in tutta Italia i contagiati salgono oltre 7.300, i morti a più di 360, concentrati soprattutto al Nord, più di 620 i guariti. I malati in tutto il mondo invece aumentano a quasi 110.000 e le vittime sfiorano quota 3.800 (in gran parte concentrati in Cina).
Una giusta preoccupazione a Roma è sconfinata nella fobia, quasi nel panico. C’è la paura del contagio. Una lunga fila di taxi senza clienti staziona davanti ai Musei Vaticani. Un gruppo di tassisti discute sul lavoro che non c’è più, sull’incerto futuro. C’è una grande preoccupazione per la scomparsa dei turisti. Un tassista, per smorzare la tensione, fa una battuta un po’ scherzosa e un po’ lugubre: «Damme ex Rolex sennò te faccio uno sputacchio mortifero!».
Alberghi, bed and breakfast, stadi, teatri, cinema, negozi, palestre sono in allarme. Il mondo del turismo, della moda, dello spettacolo, dello sport, del commercio è in apprensione: teme la paralisi delle attività per chissà quanto tempo. Non c’è solo la forte preoccupazione per la salute a rischio. Si profilano danni enormi ai rapporti umani e alle attività produttive. Anche i romani girano di meno, vanno meno al bar, nei ristoranti e nei luoghi affollati temendo di ammalarsi di Covid-19, l’inquietante nome scientifico del morbo partito dalla Cina e diffusosi in tutto il mondo.
Meno clienti? La cassiera di un bar di piazzale Clodio frequentato da romani e non da turisti sorride e risponde: «Sì, ci sono meno persone! Il Coronavirus non è certo una tragedia, è meglio usare le giuste precauzioni. La gente cerca di evitare i posti affollati e chiusi, ma se continua così…». Le scuole sono chiuse, i ministeri, gli uffici pubblici e privati si svuotano e adottano il cosiddetto “lavoro agile” da casa, lo “smart working”.
Il timore del contagio dilaga. Viaggio su un autobus con appena 4 persone a bordo. Un passeggero scettico totale, è furibondo: «So’ pazzi, ma de’ che hanno paura? È come una comune influenza: ogni anno i morti per influenza sono centinaia, migliaia, ma nessuno dice niente». Con il Coronavirus, però, non è così…«È colpa de ‘sto governo. Ha chiuso le scuole, ha spaventato tutti! In Germania ci sono 120.000 ammalati, ma dicono che si tratta di influenza! Io ho un bed and breakfast, era sempre pieno, ora è vuoto, non gira più nessuno! I turisti sono scappati! Se non cambia la musica, se non c’è una ripresa so’ rovinato!».
La preoccupazione pervade tutta la città. Una signora anziana chiede in una farmacia di via Gregorio VII una mascherina e una confezione di Amuchina. Sono domande ormai ricorrenti. La farmacista risponde paziente: «È tutto finito. Come disinfettante, però, abbiamo un altro prodotto». La signora si accontenta e compra quello che trova. La farmacista commenta: «Va mantenuta la calma. Certo sono necessarie delle cautele. Poi questo è un quartiere con una alta percentuale di persone anziane, quelle più a rischio».
Le prospettive non sono rosee. Mike Ryan, un esperto dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), ha definito «una falsa speranza» la convinzione della morte del Covid-19 con il caldo portato dalla buona stagione. Entro pochi mesi si potrebbe avere un vaccino ma intanto si profila una pandemia, per mezza Italia settentrionale il governo Conte ha deciso una misura straordinaria senza precedenti: l’isolamento per bloccare il contagio. È necessario puntare sulle necessarie precauzioni e sulla buona sorte. Ancora una volta Roma si affida alla protezione del Cupolone della basilica di San Pietro, il successore di Gesù Cristo in terra.