«Un incubo! Un incubo!… Speriamo bene!». La piccola editoria è nell’occhio del ciclone. Fabio Capocci non si dà pace. Teme il peggio per Ponte Sisto Editrice, la sua piccola casa editrice. La catastrofe del Coronavirus è una sfida difficilissima da superare. Le piccole case editrici hanno sempre avuto una vita difficile in Italia perché si leggono pochi libri e sul mercato hanno sempre fatto la parte del leone colossi come la Mondadori o la Feltrinelli, ma ora è in gioco la stessa sopravvivenza delle imprese minori.
Fabio Capocci come direttore editoriale di Ponte Sisto ha sempre compiuto acrobazie per invogliare i lettori a leggere libri. Spiega: «Noi al contrario delle grandi case editrici non vendiamo tanto nelle librerie…». Come? «Sì, lì dominano i giganti. Le piccole case editrici come la nostra vendono soprattutto in occasione della presentazione dei libri. Noi abbiamo in catalogo 130-140 titoli, soprattutto su Roma. Così abbiamo cercato di moltiplicare le occasioni d’incontro con i lettori». Il Tevere e le strade di Roma hanno fatto da proscenio… «Esatto! Abbiamo lanciato “Un fiume in festival”, le discussioni sui libri navigando nel Tevere. Abbiamo organizzato “Le passeggiate con gli autori” per le vie di Roma sui volumi dedicati alla nostra città. Gli scrittori illustravano le loro storie passeggiando con i lettoti nelle strade e nei quartieri al centro della narrazione. Andava bene. Poi il Covid-19 ha distrutto tutto».
Il “distanziamento sociale” deciso da Giuseppe Conte per combattere la diffusione del contagio ha vietato tutti gli assembramenti di persone e così niente presentazioni. Il confinamento a casa previsto dal presidente del Consiglio è stata una mazzata micidiale? «Certo, ma abbiamo reagito. Non vogliamo abbandonare i nostri lettori». Il vostro sito Internet spiega già molto. Puntate sulle vendite online? «Sì, il motto è “Io leggo a casa”. Per quanto possibile vogliamo aiutare i lettori a capire quello che avviene e a combattere l’isolamento della reclusione a casa».
Sul vostro sito avete varato una nuova iniziativa: Un tè con l’autore. In un video gli scrittori illustrano i loro libri. Dante Mortet parla di Righetto e Sgrullarella. Una storia romana bella: racconta la vicenda di un ragazzo, Righetto, e del suo cane, Sgrullarella, autentici eroi della Repubblica romana del 1849. «Certo! È una storia che si tramanda di padre in figlio a Trastevere. Righetto era un ragazzo orfano che rimase affascinato da Garibaldi. Decise di combattere in difesa della Repubblica romana. Con coraggio inseguiva le bombe delle truppe francesi che piovevano su Roma e le spegneva con uno straccio bagnato. Andò tutto bene fino al giorno in cui una bomba esplose e lo uccise. Morì sulla riva del Tevere proprio sotto Ponte Sisto».
Strana coincidenza: la tua casa editrice si chiama proprio Ponte Sisto ed è in via delle Zoccolette, a due passi dal posto in cui morì Righetto. È un segno di quanto la casa editrice sia legata a Roma. Sono storie affascinanti da far conoscere! «È quello che vogliamo fare. Il 21 aprile, il giorno del natale di Roma, stiamo progettando di svolgere una diretta sui social network con gli autori e, forse, anche con degli attori. Vorremmo parlare anche della drammatica ed eroica vicenda di Righetto».
Come vanno le vendite online? «Abbiamo parecchie vendite anche se i margini di guadagno sono molto ristretti. E poi i problemi si moltiplicano…». Cosa succede? «Amazon non ci consegna più i libri a domicilio perché non sono un bene essenziale». Non c’è una grande considerazione per la cultura! «Già, è una follia! È un danno ulteriore per la piccola editoria. Però noi consegniamo lo stesso i libri a casa ai nostri lettori entro 24 ore».
È sempre più difficile, c’è il rischio di soccombere? «Non vogliamo chiudere, noi ce la mettiamo tutta. Cerchiamo di ripartire con le vendite dirette online». È arrivato un aiuto dal governo per l’editoria in crisi? «No, speriamo che arrivi. Se non ci sarà un minimo di sostegno del governo alla piccola editoria non so come possa finire. È dura, è una scommessa difficile. Noi ce la mettiamo tutta».