Conte dimentica
i medici di famiglia
“eroi cadetti”

Medici di famiglia dimenticati. Alle volte la memoria è labile. La memoria politica o quella burocratica. Gli italiani sono usciti sui balconi per applaudire i “medici eroi”, per ringraziare i camici bianchi caduti nella guerra contro il Coronavirus.

Giuseppe Conte ha lodato medici e infermieri eroi. Il presidente del Consiglio il 25 marzo ha solennemente promesso parlando alla Camera dei deputati: «Non ci dimenticheremo di voi».

Medici di famiglia, Giuseppe Conte parla alla Camera

Giuseppe Conte parla alla Camera

L’11 marzo è morto Roberto Stella, medico di famiglia in un poliambulatorio di Busto Arsizio, è stato il primo dottore a cadere nella lotta contro il Covid-19. Fino all’ultimo era stato in trincea, accanto ai suoi pazienti, contro la tragica pandemia con epicentro in Lombardia. A un amico, un collega che lo invitava a ritmi di lavoro meno frenetici, rispondeva: «Fratello, noi siamo qui per lavorare e per combattere».

È morto combattendo come tanti altri colleghi: oltre 130, in gran parte medici di famiglia come lui. Medici molte volte mandati al fronte senza “armi”: senza nemmeno le protezioni minime, costretti a cercare mascherine e guanti per proprio conto.

Ora sembra che siano arrivate o stiano arrivando per tutti, negli ospedali e negli ambulatori, le mascherine e i guanti. Sembrava che fossero arrivati anche i 600 euro di indennizzo stanziati dal governo giallo-rosso per tutti i lavoratori autonomi (piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, liberi professionisti) colpiti sul piano economico dal cataclisma Coronavirus. Ma per i medici di famiglia, al lavoro negli ambulatori con partita Iva, è arrivata una doccia fredda: niente 600 euro di indennizzo. Il decreto legge Liquidità del governo all’ultimo momento è stato modificato: i 600 euro vanno ai liberi professionisti iscritti «in via esclusiva» alle casse previdenziali di categoria.

Medici di famiglia, Due medici

Due medici

I dottori di base, invece, hanno una iscrizione sia all’Enpam (l’ente previdenziale dei medici e degli odontroiatri) sia all’Inps (l’istituto pensionistico generale); risultato: niente 600 euro agli “eroi”, ramo cadetto perché medici di famiglia. Un depennamento che vale anche per gli odontoiatri nella stessa situazione di doppia iscrizione previdenziale.

Danno e beffa. Subito si è alzato un coro di proteste per rimuovere la “dimenticanza” politica o burocratica. L’Ordine dei medici e l’Enpam hanno protestato contro “la vergogna”. Anzi l’Enpam ha fatto sapere con una nota stampa del 9 aprile che «deve bloccare 25.262 bonifici» già programmati per il pagamento dei 600 euro. Se andrà bene i medici di base incasseranno in ritardo i 600 euro, se andrà male non li vedranno per niente. Potrebbero rientrare nella categoria degli “eroi cadetti”.

 

R.Ru.