Bar, ristoranti e negozi aperti in Svezia. Persone liberamente a passeggio nelle città. Attività economiche a pieno ritmo. Solo lievi restrizioni alla libertà di movimento dei cittadini: vietati gli assembramenti oltre 50 persone, stop ai musei e alle manifestazioni sportive. Chiuse alcune scuole e università.
Il governo di centro-sinistra svedese è andato controcorrente. Per combattere il Coronavirus non ha puntato sui divieti per contenere morti e contagi ma sul senso di responsabilità dei cittadini. Al contrario, gran parte dei paesi dell’Europa e del mondo ha adottato il “lockdown”, cioè il “confinamento”, il distanziamento sociale e individuale. Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, Germania hanno emanato norme molto severe per combattere la pandemia: hanno bloccato le attività produttive e commerciali non essenziali (escluse quelle alimentari e sanitarie); chiuso scuole, cinema e stadi; invitato a «restare a casa» la gran parte degli abitanti.
Chi ha ragione? L’Organizzazione mondiale della sanità tifa per la Svezia. Mike Ryan, capo del Programma di emergenza sanitaria dell’Oms, la loda. In una conferenza stampa ha addirittura indicato Stoccolma come «modello», pensa che «la Svezia possa essere un esempio da seguire».
Effettivamente Stoccolma brilla se si considerano le cifre assolute: poco più di 2.600 morti e 21.500 contagiati contro i circa 28.000 deceduti e i 205.000 infettati in Italia. Tuttavia, se si guarda al rapporto tra la popolazione (dieci milioni di abitanti) e le vittime provocate dal Covid-19 arriva la sorpresa: la Svezia ha poco più della metà dei morti dell’Italia (60 milioni di abitanti). E la situazione non cambia se il rapporto si fa con la Spagna, la Francia e il Regno Unito, gli altri tre grandi stati europei flagellati come il nostro paese.
Non solo. Le altre nazioni scandinave, che invece hanno realizzato rigide misure di “confinamento”, hanno ottenuto brillanti successi: Norvegia e Finlandia appena poco più di 200 morti, Danimarca poco più 450. La Norvegia, in particolare, ha chiuso totalmente i confini, perfino dalla vicina Svezia sono vietati gli ingressi. La grande democrazia svedese brilla per la libertà dei cittadini, brilla meno per la sicurezza della salute.
L’Oms forse ha valutato con distrazione la situazione. Del resto l’Organizzazione mondiale della sanità non è aliena da errori anche gravi. All’inizio ha sottovalutato il nuovo morbo del Coronavirus emerso ufficialmente in Cina lo scorso dicembre. Solo con grande ritardo ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria. Solo l’11 marzo proclamò la pandemia per la pericolosa malattia.