Ottimismo cauto, dopo il pessimismo cosmico. Il Coronavirus si sarebbe trasformato da uno spaventoso tsunami a un meno temibile virus ondina. Secondo molti virologi italiani il Covid-19 starebbe diventando meno pericoloso e contagioso.
Mario Bassetti (Policlinico San Martino di Genova) ha commentato con una metafora marinaresca: «A marzo questo virus era uno tsunami, ora è diventano una ondina». Massimo Ciccozzi (Università Campus Bio-Medico di Roma), ha fatto una analoga considerazione senza ricorrere a paralleli da marinari in procinto di salpare: «Perde contagiosità e, probabilmente, letalità». Fiducioso anche Francesco Le Foche (Policlinico Umberto I di Roma): ci potrebbe essere «una riduzione della virulenza del virus».
Certo domina la prudenza. C’è la sollecitazione a usare tutte le cautele e i sistemi di protezione per difendere la salute: se gli italiani si saranno comportati bene «ci vorranno 2-3 settimane» per saperlo, i progressi contro la malattia «non devono far pensare a un “tana libera tutti”».
Vero, verissimo. I comportamenti prudenti delle persone sono fondamentali quando escono di casa per andare a lavorare o per fare la spesa. Ma è altrettanto essenziale un piano sanitario del governo e delle regioni per accompagnare la “fase 2”, la ripresa delle attività economiche dell’Italia dopo due mesi di quasi totale blocco, del “confinamento” in casa dei cittadini.
Se l’Italia ha accusato 30 mila morti per la pandemia (concentrati in Lombardia) qualcosa non ha funzionato. Se diversi paesi come la Germania hanno invece scongiurato il peggio con il sistema della “ricerca” dei contagiati. Tamponi e test sierologici sembrano la strada giusta da percorrere. Anche da noi c’è l’intenzione di realizzare tamponi e analisi sierologiche ma forse la macchina organizzativa della sanità è lenta a muoversi. Non solo non si trovano le decantate mascherine a 50 centesimi, persino molti medici aspettano ancora tampone e test sierologici. In tutto il mondo si contano 260 mila morti, 150 mila in Europa.