Automazione boom
spinta dal Coronavirus

Introvabili. L’automazione li ha resi introvabili. Ormai è quasi introvabile un impiegato, o meglio un cassiere quando entriamo in una banca. I bancomat e i conti correnti online hanno sostituito i cassieri che consegnavano denaro e cambiavano assegni. Molte agenzie bancarie hanno chiuso, nelle altre gli impiegati sono stati riconvertiti ad altri lavori: o propongono assicurazioni o fanno i consulenti finanziari.

Automazione, Un bancomat

Un bancomat

L’automazione ha pesantemente tagliato l’occupazione. Solo negli ultimi quattro anni le banche hanno effettuato e progettano oltre 30.000 “tagli” e gli “esuberi” sono andati in pensione o in pensionamento anticipato.

Ormai è introvabile pure un impiegato di una agenzia di viaggio, anche perché le agenzie di viaggio sono diventate rare. Hanno chiuso e stanno chiudendo i battenti perché con le nuove tecnologie digitali i biglietti aerei e ferroviari si fanno su Internet. Stesso discorso vale per le vacanze e per gli alberghi: le prenotazioni e i pagamenti avvengono su Internet con le carte di credito.

L’automazione ha fatto irruzione dovunque nel sistema produttivo italiano: nelle fabbriche i robot dominano le catene di montaggio delle automobili con la conseguente diminuzione del numero di operai; nelle campagne le macchine agricole multi uso riducono la richiesta di braccianti, che pure continuano a mancare così è massiccio il ricorso agli immigrati con contratto di lavoro stagionale o sfruttati “a nero”. Perfino nelle farmacie è arrivata l’automazione: non è più il farmacista a prendere le medicine dai mille cassetti, ma i farmaci arrivano dal retrobottega su un carrellino.

Automazione, Una donna con la mascherina

Una donna con la mascherina

Ma ora incombe un altro grave rischio. Una ulteriore spinta all’automazione giungerà dal Coronavirus. Più esattamente: non solo il risparmio sui costi, adesso anche la paura del contagio spingerà ad eliminare più manodopera possibile. Il trend dei morti e dei contagiati cala, ma la paura resta. Sia a livello impiegatizio sia a livello operaio rischiano di sparire milioni di posti di lavoro. Occorrerà prepararsi per affrontare questo nuovo fenomeno che sconvolgerà ulteriormente il già disastrato mercato del lavoro bersagliato duramente da disoccupazione, precarizzazione e lavoro nero.

Formazione e riqualificazione professionale sono le strade da battere. La ricerca, il controllo delle macchine, l’artigianato degli antichi mestieri, le professioni vecchie e nuove sono le fonti di una sana occupazione. C’è da fare i conti con la rivoluzione tecnologica dell’industria digitale. Il lavoro qualificato è la risposta giusta da dare a questo cambiamento epocale.

Una volta le mamme si raccomandavano: «Meglio il posto fisso! Vai a lavorare in banca, lo stipendio è alto…». Adesso non è più così. Quelle raccomandazioni sono superate.