Le alleanze non sono eterne. L’austriaco Kurz inciampa sul turismo. Vacilla l’alleanza tra i paesi forti della Ue, l’intesa guidata di fatto dalla Germania con Olanda, Austria, Finlandia, Danimarca, Svezia.
Angela Merkel ha sostenuto la tesi della solidarietà europea con le nazioni deboli mediterranee: Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Grecia. La Repubblica federale tedesca, alla vigilia delle prossime vacanze estive, ha respinto le varie idee di accordi bilaterali per il turismo perché propende per «un processo coordinato e trasparente».
Il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha bocciato le ipotesi di intese bilaterali perché sono in contrasto con lo «spirito europeo» soprattutto in quest’anno tragico del Coronavirus. Ha precisato: «Con Italia Spagna, paesi particolarmente colpiti dall’epidemia, e dove sono ancora in vigore molte limitazioni, bisognerà continuare a parlare».
Lo smarcamento della Germania verso l’Austria è netto. Il primo ministro austriaco Sebastian Kurz ha proposto la creazione di un “club” dei paesi indenni da Covid-19 (o quasi, perché con pochi contagi) per far ripartire turismo e commerci. Kurz nella lista ha messo perfino l’Australia e Israele ma non nazioni dell’Unione europea come l’Italia e la Spagna.
La volontà tedesca di una soluzione europea per la ripresa del turismo azzerato dalla pandemia sembra molto vicina alla proposta di “un bollino verde Ue”, avanzata ad aprile da due professori universitari.
La posizione di Berlino sul turismo apre la strada a soluzioni comuni europee, solidali, anche su altre questioni centrali: le iniziative sanitarie contro il Coronavirus e quelle economiche per la ricostruzione economica dell’Unione europea devastata dall’infezione. La cancelliera tedesca fa rotta verso i paesi dell’Europa del sud. Angela Merkel e Emmanuel Macron il 18 maggio hanno raggiunto un accordo per stanziare 500 miliardi di euro diretti ad aiutare i paesi europei più colpiti dal Coronavirus. Una vera bomba: la proposta del presidente francese e della cancelliera tedesca non prevederebbe prestiti, ma aiuti a fondo perduto a carico della commissione europea (all’Italia andrebbero 100 miliardi).
Prima era prevalsa la linea degli egoismi nazionali dei paesi “frugali” del nord Europa ostili a rendere comuni i costi degli impegnativi piani di rilancio. Però Austria, Olanda, Finlandia, Danimarca e Svezia erano e sono contro aiuti a fondo perduto. Giorni fa un netturbino olandese ha esortato Mark Rutte: «Per favore, non date soldi agli italiani e agli spagnoli». Il primo ministro dei Paesi Bassi tra le risate lo ha rassicurato: «No, no». Come rafforzativo ha anche alzato il pollice.
I rapporti internazionali possono cambiare. Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano, utilizzava un motto famoso: «Gli Stati non hanno né amici permanenti né nemici permanenti. Hanno solo interessi». Angela Merkel non ha l’interesse né alla bancarotta di Italia e Spagna né alla morte dell’euro.