A Villa Pamphilj va in scena la “Grande bellezza”. Giuseppe Conte deve aver pensato al film di Paolo Sorrentino per difendersi dalle accuse (dell’opposizione) e dai mugugni (della maggioranza) di aver convocato gli Stati Generali dell’economia a Villa Pamphilj. Nella testa deve essere spuntato il parallelo tra il film sulla “Grande bellezza” di Roma e la maestosa dimora seicentesca dei Doria Pamphilj, una delle famiglie aristocratiche più potenti della città eterna nell’epoca dello Stato della chiesa.
Il presidente del Consiglio è passato subito al contrattacco. Sabato 13 giugno, il primo giorno del confronto-seminario «Progettiamo il rilancio», ha fatto subito riferimento alla straordinaria bellezza di Villa Pamphilj: il Coronavirus va trasformato da crisi in «una opportunità», per la ripresa economica occorre puntare anche sulle bellezze artistiche dell’Italia. Ha aggiunto: con l’organizzazione degli Stati Generali a Villa Pamphilj «il mondo intero è concentrato sulla bellezza del nostro Paese».
Anzi, ha difeso con forza la ‘location’ del «Casino del Bel Respiro», la maestosa ed elegante palazzina che ospita il confronto allargato a livello internazionale. Lo scenario è mozzafiato: antichità romane, statue, colonne, capitelli, saloni eleganti, quadri, affreschi, stucchi, ninfei, sterminati giardini, terrazze panoramiche. Tutto contribuisce alla straordinaria bellezza del «Casino del Bel Respiro», collocato al centro dell’enorme parco di Villa Pamphilj. Un “Bel Respiro” contro l’aria mefitica del Covid-19.
Certo, a causa della pandemia, le delegazioni internazionali hanno partecipato in video conferenza e non con una presenza fisica. Ma la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen ha perfino svolto qualche passo del suo discorso in italiano: «Grazie Italia…, l’Europa s’è desta!».
Certo molte cose sono andate storte. L’opposizione del centro-destra, pur tra i distinguo di Berlusconi contro i no di Salvini e Meloni, ha disertato l’invito definito «una sfilata». Conte è stato costretto a rilanciare l’appello a un confronto per un lavoro condiviso nell’interesse comune dell’Italia. Nel primo giorno degli Stati Generali tutto è stato soffocato dall’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza sul Covid-19: è stato raggiunto l’accordo per avere in Italia e in Europa 400 milioni di dosi di vaccino Oxford («già le prime dosi arriveranno in autunno»).
La preoccupazione è serpeggiata nelle parole di Conte: «Se non abbiamo progetti concreti non andiamo da nessuna parte». Già, tuttavia sono rimasti generici i contenuti di «Progettiamo il rilancio», per la ripresa di un paese devastato da Nord a Sud. Nel confronto a singhiozzo (sospeso domenica e proseguito da lunedì 15 a mercoledì 17 giugno con sindacati, enti locali e imprese) Conte ha ribadito le linee generali per la ripresa già comunicate in precedenza. Una delle poche novità: la cassa integrazione andrà «a tutti i lavoratori» fino a quando sarà necessario.
C’è anche un problema di metodo. Una discussione del genere forse andava fatta in una appropriata sede istituzionale: il Parlamento o il Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è proprio l’organo costituzionale con la missione di occuparsi di simili eccezionali impegni. Non solo.
Strana coincidenza: la sede del Cnel è a Villa Borghese, un altro grande parco pubblico della capitale un tempo di proprietà di un’altra nobile e ricca casata. Certo la sede del Cnel non è bella come il «Casino del Bel Respiro» di Villa Pamphilj. Però la splendida Villa Borghese è occupata dal magnifico ed omonimo museo con al centro la celebre statua dell’avvenente Paolina Bonaparte in Borghese.