La parabola di Centeno
“decapitato” da Costa

Uno scacco matto in tre mosse e Mario Centeno, il superministro dell’economia portoghese, il “Ronaldo della Finanza pubblica”, esce dalla scena politica nazionale e internazionale.

Mario Centeno, Mario Centeno

Mario Centeno

Era presidente dell’Eurogruppo, il vertice dei ministri finanziari dell’Unione europea, e adesso – dopo le dimissioni da ministro – deve abbandonare anche questa poltrona. A luglio prossimo diventerà governatore di Bdp, la Banca centrale portoghese.

A dare scasso matto all’uomo che aveva reso possibile il miracolo economico del Portogallo pre-pandemia è stato Antonio Costa in persona. Il primo ministro (e segretario del Partito socialista portoghese) vedeva ormai in Centeno il suo unico, pericoloso, competitor interno. Troppo indipendente, troppo popolare e troppo ambizioso. Al punto che lo si dava come possibile candidato alla successione del presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa, prossimo alla scadenza. Ipotesi vista come una sciagura da Costa che adesso  in Portogallo fa quello che vuole. In Parlamento e fuori.

Mario Centeno, Antonio Costa e Mario Centeno

Antonio Costa e Mario Centeno

E allora, complice il Coronavirus ha deciso di giocare d’anticipo. Con una mossa a sorpresa, da segretario del partito socialista, si è schierato per la ricandidatura di Marcelo, che è uomo di centrodestra e viene dal Psd. Poi, scoppiata una dura polemica politica sul salvataggio di una banca già più volte sostenuta da un fondo di garanzia statale, si è scusato in Parlamento dicendo che non era stato informato. E chi avrebbe dovuto farlo? Il ministro competente, ossia Mario Centeno. A questo punto, è intervenuto Marcelo, che da presidente della Repubblica (con il bis assicurato) ha attaccato (senza nominarlo) il superministro. Scacco matto.

Seduta del Parlamento Portoghese

E così Centeno, il supertecnico prestato alla politica, si è dimesso dal governo. Subito dopo, mostrandosi accanto a lui in pubblico disteso e sorridente, il premier lo ha candidato alla successione del governatore del “Banco de Portugal” in scadenza a luglio. Il problema è che un trasferimento così rapido dal vertice delle Finanze a quello della Banca centrale configura un chiaro caso di conflitto d’interessi. Infatti in Parlamento c’è un disegno di legge che prevede un intervallo di 3-5 anni tra i due incarichi. Passerà, se passerà, quando l’ex ministro sarà stato già nominato, ma Centeno sarà e resterà un governatore dimezzato.  

E Costa? A un giornalista, che durante una conferenza stampa gli chiedeva di commentare le accuse sul conflitto d’interessi del prossimo governatore, il premier ha replicato con la machiavellica “onesta dissimulazione” del politico consumato. Con questa domanda: «Mario Centeno ha forse commesso qualche reato?».